Manca sempre meno allo switch off definitivo del Digitale Terrestre allo standard DVB-T2. Confindustria ha lanciato l’allarme: “Necessario il rinvio”
È ormai noto a tutti il prossimo switch off del Digitale Terrestre allo standard DVB-T2. Il cambio di frequenze è già iniziato da diverse settimane, con canali nazionali e regionali che hanno cambiato numerazione o sono addirittura stati cancellati. Cambia l’offerta gratuita per tutti i residenti in Italia, con una qualità audio e video mai vista prima ma che obbligherà ad un cambio della televisione o del decoder.
Le discussioni in merito a questa rivoluzione continuano e, con una lettera inviata al titolare del MISE, è scattato l’allarme da parte di Confindustria Radio TV. Nello specifico, è stato richiesto un incontro urgente col Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti per discutere di un rinvio dello switch off.
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Digitale Terrestre, Confindustria chiede il rinvio dello switch off
Lo switch off del Digitale Terrestre allo standard DVB-T2 si farà, resta ora da capire con quali tempistiche. Se la roadmap sembrava già tracciata da tempo, ora qualcosa potrebbe cambiare. A lanciare l’allarme Confindustria Radio TV, che ha richiesto un incontro urgente col Mise. “Ci sono molti motivi di allarme sulla corrispondenza tra le tempistiche annunciate e le tappe di avvicinamento ai passaggi più delicati” scrive il presidente Franco Siddi: “Richiediamo un incontro urgente per un’adeguata valutazione della situazione, non solo in termini tecnocratici. Bisogna assumere determinazioni realistiche conseguenti nel più breve tempo possibile“.
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Alla base di questo ribaltone, ci sarebbe un appunto fatto da Confindustria: milioni di persone non saranno in grado di ricevere il segnale col primo mutamento intermedio. Si parla di ciò che avverrà a settembre, quanto ci sarà lo spegnimento dell’MPEG-2 a favore dell’MPEG-4. Già qualche giorno fa, Repubblica parlava di circa 36 milioni di apparecchi TV a rischio inutilizzo.
Un altro fattore determinante è l’impatto della pandemia, che ha portato a ritardi importati nei processi di liberazione e rassegnazione degli assetti per gli operatori di rete. Altro punto è il bonus TV da 50 euro, sul quale si potrebbe discutere di un eventuale aumento.