Fumata bianca sui diritti di Serie A Tim 2021-2024. All’ultima votazione praticamente utile, vista la vicinanza con la scadenza delle offerte, fissata per il 29 marzo, l’assemblea di Lega odierna ha assegnato i diritti tv del prossimo campionato di Serie A, triennio 2021-2024, a DAZN. Che sfonda il quorum (14 sì) e con 16 voti a favore si prende ciò che negli ultimi 18 anni era in mano a SKY.
E’ stata una lunga, estenuante, battaglia, derivante principalmente dalla totale spaccatura dei 20 club. Atalanta, Fiorentina, Verona, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Parma e Udinese si erano subito convinte dalla bontà della proposta di DAZN (840 milioni di euro per l’esclusiva di sette partite a giornata, e di tre in co-esclusiva), in un secondo momento si è accodato il Torino. Ma non bastava.
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Decisivi i sì di Roma e Bologna, Benevento Cagliari e Spezia. Così DAZN ha sfondato il quorum. gli unici quattro voti contrari sono stati quelli di Crotone, Genoa, Sampdoria e Sassuolo.
Diritti tv, cosa rimane ancora da decidere
A SKY, storico partner della Lega di Serie A, non resta che fare due mosse. Capire se ci sono i margini di un’eventuale ricorso visto che la sua proposta (750 milioni, di cui 505 entro tre giorni dall’assegnazione) è stata giudicata inammissibile dalla Lega. Oppure accaparrarsi il secondo pacchetto, quello delle tre partite in co-esclusiva, per cui sono stati stanziati 70 milioni.
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Le tre partite a giornata, però, potrebbero far gola anche a Mediaset, che con TIM (partnership di DAZN) condivide lo stesso primo azionista: Vivendi. Le trattative proseguiranno fino a lunedì.
Oltre l’assegnazione dei diritti tv a DAZN per il prossimo triennio di Serie A, l’Assemblea di Lega ha visto tramontare definitivamente, la possibilità di trasmettere almeno una partita in chiaro. Il massimo campionato nostrano di calcio, dunque, resterà a pagamento. Con lo storico passaggio di consegne: da SKY a DAZN.
In totale la Lega, dovesse accettare l’offerta di Sky, andrebbe quindi ad incassare 910 milioni di euro, una cifra inferiore rispetto a quella incassata nel triennio precedente.