Come funziona la nuova direttiva UE sul diritto alla riparazione? Ecco tutto quello che serve sapere: basta comprare sempre nuovi dispositivi.
L’Unione Europea ha deciso di dire basta alla vita sempre più breve dei dispositivi elettronici, facendo entrare in vigore la direttiva che introduce il diritto alla riparazione. Ecco come funziona e in cosa consiste: darà una vita più lunga ai nostri dispositivi, rilanciando il settore delle riparazioni e aiutando anche il pianeta.
Diritto alla riparazione
Se in passato le cose venivano costruite per durare il più a lungo possibile nel tempo, oggi soprattutto i dispositivi elettronici sono creati appositamente per terminare il loro ciclo di vita dopo un breve periodo. Questo va ovviamente a favore delle case produttrici e dei venditori, poichè gli utenti devono continuamente acquistare prodotti nuovi, e farlo a intervalli che vanno via via accorciandosi. Proprio per dire basta a questo sistema, e contemporaneamente rilanciare il settore delle riparazioni e diminuire l’impatto negativo sull’ambiente, l’Unione Europea ha introdotto il diritto alla riparazione.
Mediamente, comprare dispositivi nuovi invece di riparare quelli che si possiedono già, fa spendere ai cittadini europei circa 12 miliardi di euro ogni anno. Introdurre una direttiva che invece dà diritto alla riparazione, quindi, porterà anche notevoli risparmi per i cittadini europei. Rientrano nel raggio d’azione della direttiva sia gli elettrodomestici che gli smartphone, e quello che l’UE impone ai fabbricanti di creare prodotti che si possono riparare, invece di prodotti che si devono per forza sostituire.
La nuova direttiva UE
La direttiva UE sul diritto alla riparazione è entrata ufficialmente in vigore alla fine del mese di luglio 2024, e tutti gli Stati membri hanno a disposizione 24 mesi per recepirla nella propria legislazione nazionale. Secondo la direttiva, è soggetto al diritto alla riparazione qualsiasi bene mobile materiale e qualsiasi bene mobile materiale che incorpora o è interconnesso con un contenuto digitale o un servizio digitale. Quello che cambia, è che i fornitori dovranno dare indicazioni chiare su come fare per aggiustare il prodotto, e anche dare assistenza ad un costo ragionevole (questo si deve conoscere sin dall’acquisto).
Per incentivare la riparazione inoltre, i consumatori che sceglieranno di riparare il proprio prodotto, dovranno ricevere dal fornitore un anno di garanzia in più. Per tutelare i consumatori, la direttiva prevede che qualsiasi riparazione rientri nel termine di 30 giorni, e che si deve ricevere dal produttore un prodotto sostitutivo durante il periodo di riparazione. L’obiettivo finale è quello di rendere più facile ai cittadini poter riparare i propri beni invece di sostituirli, e contemporaneamente migliorare anche la situazione dei rifiuti e del loro smaltimento, visto l’alto impatto ambientale che hanno i dispositivi elettronici.