Tanto diversi, così simili. Netflix è in calo, forte calo. Lo ha detto pubblicamente dopo il peggiore bilancio dell’ultimo decennio, un crollo senza precedenti nel primo trimestre del 2022. Disney+, invece, è in ascesa. Forte ascesa a livello di abbonati, nonostante abbia perso il 5% in borsa. Così distanti i due colossi delle tv in streaming, eppure accomunati da una stessa strategia: l’utilizzo della pubblicità.
La Disney ha fornito nuovi dettagli sul lancio precedentemente annunciato di un livello Disney+ che include pubblicità: Disney+ With Ads, che verrà lanciati per il momento negli Stati Uniti in questo 2022.
Durante il bilancio per il secondo trimestre dell’anno fiscale terminato il 2 aprile 2022, il CEO di Dusney, Bob Chapek, ha confermato che “introdurrà un’offerta di abbonamento supportata dalla pubblicità negli Stati Uniti entro la fine dell’anno solare e a livello internazionale nel 2023”.
“Espandere l’accesso a Disney+ attraverso più fasce di prezzo è una vittoria per consumatori e inserzionisti – spiega bob Chapek, durante l’intervento sugli utili con gli investitori – Per il momento dichiarazioni ufficiali, sì. Ma non si sanno ancora come cambieranno a livello economico gli abbonamenti degli utenti, almeno quelli americani“.
Nel suo rapporto sugli utili del secondo trimestre, la Disney ha riferito di aver raggiunto i 205 milioni di abbonamenti, chiudendo il trimestre con 44,4 milioni di abbonati negli Stati Uniti e in Canada, il 19% in più rispetto ai 37,3 milioni del 2021 e 137,7 milioni di abbonati in tutto il mondo, il 33% in più rispetto all’anno precedente.
“Ci aspettiamo una reazione molto positiva da parte degli inserzionisti in generale – continua il CEO di Disney+ – lo chiedono da anni. E ci aspettiamo anche che Hulu, come sapete, che è stato molto forte per noi allo stesso tempo, dia un contributo chiave alla nostra performance in anticipo quest’anno“.
Bob Chapek è fermamente convinto che l’aggiunta della pubblicità su Disney+ sarà un bene per l’abbonato, che presumibilmente vedrà abbassarsi il costo dell’abbonamento, ma anche un’ottima scelta per gli inserzionisti. Che ricercano sempre più piattaforme multiple per raggiungere una portata più ampia.
Chapek ha anche notato che erano a buon punto in termini di creazione dell’infrastruttura tecnica per il lancio di un livello supportato da pubblicità. “Siamo davvero in ottima forma in termini di capacità di rispettare i nostri tempi con il nostro livello pubblicitario Disney+ – chiosa – la combinazione del nostro ESPN+, dello stack tecnologico di streaming e della nostra esperienza in Hulu e nel software, tutte qualità che ci permettono di prepararci all’entrata della pubblicità”. Chissà cosa ne penseranno, davvero, gli abbonati. Ai posteri (in primis quelli statunitensi), l’ardua sentenza.
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