Emergenza sanitaria, pandemia e Covid-19 stanno mettendo in dubbio qualsiasi competizione sportiva, in ogni parte del mondo. I vaccini sembrano la via d’uscita primaria, ma dietro l’angolo c’è sempre il problema doping, soprattutto in ottica Giochi Olimpici.
I ricercatori dell’American Chemical Society (ACS) starebbero sul punto di adottare un nuovo metodo (ufficialità permettendo) per rilevare i composti dopanti nei campioni di urina, utilizzando un approccio che punta sulla spettrometria di massa e mobilità ionica per aiutare le agenzie di regolamentazione a rilevare droganti esistenti e futuri composti “designer”.
Il report è stato presentato in questi giorni ACS Spring 2021, cominciato dal 5 aprile e che durerà fino al 30 aprile. Le live si terranno continueranno fino al 16 aprile, contenuti on demand e di networking fino al termine del mese. Gli incontri prevedono quasi 9.000 presentazioni su una vasta gamma di argomenti scientifici.
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Ogni anno, la World Anti-Doping Agency (WADA) pubblica un elenco di sostanze, inclusi gli steroidi, che gli atleti non possono utilizzare. Tuttavia, può essere difficile distinguere gli steroidi naturali o “endogeni” di un atleta, da quelli sintetici “esogeni” somministrati per migliorare le prestazioni.
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E gli organismi di regolamentazione affrontano un’altra sfida, quella data da un doping sempre un passo avanti all’anti-doping. In questo eterno rincorrere: “Non appena sviluppiamo metodi per cercare farmaci che migliorano le prestazioni, i laboratori clandestini sviluppano nuove sostanze che danno agli atleti un vantaggio competitivo“
Christopher Chouinard, Ph.D. e ricercatore principale del progetto cerca la soluzione al problema, sta cercando di superare gli imbroglioni con un po’ di astuzia e l’ausilio della scienza gli imbroglioni: con un test in grado di differenziare gli steroidi endogeni ed esogeni, con la conseguenza che si potrebbe anticipare la struttura di nuovi composti che potrebbero presentarsi nei campioni di urina degli atleti.
Attualmente, i laboratori di test analizzano i campioni utilizzando la spettrometria di massa tandem (MS) e la cromatografia gassosa o liquida. Questi approcci scompongono le molecole nel campione e separano i frammenti, producendo spettri che possono rivelare l’identità dei composti originali e intatti.
Ma può essere difficile differenziare le molecole con piccole differenze strutturali – inclusi gli isomeri – che distinguono gli steroidi endogeni da quelli esogeni, come gli steroidi anabolizzanti sintetici che gli atleti prendono per costruire muscoli.
Per accentuare queste differenze, Chouinard abbina la SM alla spettrometria di mobilità ionica (IM), una tecnica di separazione che ha imparato come studente laureato con Richard Yost, Ph.D. presso l’Università della Florida.
Il team di Yost e altri hanno scoperto che le differenze tra gli isomeri potrebbero essere rese ancora più evidenti se le molecole in un campione fossero state modificate prima dell’analisi delle specifiche di massa IM, facendole reagire con altri composti.
Chouinard si è messo in proprio, creando il proprio laboratorio nel 2018 e facendo reagire campioni di steroidi con ozono o acetone in presenza di luce ultravioletta. I risultati potrebbero da una bella sterzata alla lotta contro il doping.
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