Gli internauti moderni, quelli che semplificano tutto, gli hanno subito affibbiato un diminutivo: DDG. Già, DDG acronimo di DuckDuckGo, un motore di ricerca che utilizza le informazioni di crowdsourcing provenienti da altri siti con lo scopo di di aumentare i risultati tradizionali e di migliorare la pertinenza della ricerca. Il crowdsourcing è quella richiesta di idee, suggerimenti, opinioni, rivolta agli utenti di Internet da un’azienda o da un privato in vista della realizzazione di un progetto o della soluzione di un problema. Tipo Wikipedia.
E la filosofia di DuckDuckGo è principalmente improntata sulla privacy: nessuna informazione immagazzinata sugli utenti, nessuna registrazione di un profilo utente per accedere alle funzionalità del sito. Una filosofia che, a quanto pare, contribuisce alla sua crescita, in rima baciata, esponenziale.
L’azienda, che deve il suo nome come una sorta di citazione del gioco per bambini Duck Duck Goose, da 116 dipendenti a fine 2020 ha da poco raggiunto un importante traguardo. Oltre 100.000.000 query (interrogazione di un database per estrarre o aggiornare i dati che soddisfano un certo criterio di ricerca) digitate in un solo giorno, più precisamente 102.251.307. È accaduto per la prima volta lo scorso lunedì.
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Non siamo certo ai livelli di Google, il re incontrastato dei motori di ricerca, ma l’ascesa di DuckDuckGo va presa in considerazione. Un po’ di cronistoria per comprendere affondo il fenomeno DDG. DuckDuckGo è stato fondato da Gabriel Weinberg. Il progetto era inizialmente autofinanziato e occasionalmente era supportato dalla pubblicità. Nell’agosto 2010 è stato introdotto un indirizzo nascosto per la ricerca anonima attraverso Tor, smistando il traffico attraverso una serie di relay criptati.
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Nel 2011 l’introduzione della ricerca vocale per chi utilizza il “Voice Search”, tre anni dopo la nuova versione del sito – con nuove funzioni, tra cui la ricerca di immagini e video – e gli ottimi sviluppi sia su Safari sia nel browser Firefox.
Nel gennaio 2019 DuckDuckGo ha raggiunto il miliardo di ricerche per mese, circa un anno dopo, il numero è stato raddoppiato. Il 2021 è iniziato subito con oltre 100.000.000 query in giorno. Di questo passo, il crescendo rossiniano arriverà allo Zenit. E chissà se la leadership di Google potrà essere intaccata da quella “Papera” dalle uova d’oro.
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