La Motorola sembrava destinata a perdersi, ma con un colpo di coda è riuscita a salvarsi e rilanciarsi. Le parole del Presidente spiegano cosa è accaduto.
A volte basta una seria progettazione per riuscire a superare anche dei problemi a prima vista impossibili da affrontare.
Motorola oggi è l’unico marchio di telefonia tradizionale che riesce a entrare nelle classifiche degli smartphone più venduti, questo perché ha saputo rinnovarsi e riuscire a stare al passo coi tempi. Sergio Buniac, presidente dell’azienda da sette anni, ha specificato: “Quando ho iniziato nel 2018 Motorola perdeva tra i 500 e gli 800 milioni di dollari ogni anno“. Cifre che stavano portando la casa tecnologica al fallimento.
In Europa però nell’ultimo anno è riuscita a crescere del 5% con 136.1 milioni di unità vendute grazie a una progressione seria anno dopo anno. E in Italia viaggia a pari livello di Xiaomi con l’11% delle vendite sul mercato. Buniac però non si nasconde e ha specificato al Corriere come non sia stato così facile, almeno all’inizio, scegliere di accettare l’incarico di un’azienda che sembrava destinata ormai a perdersi per strada, ma che non ha mai mollato.
Come si è salvata Motorola?
A margine del Mobile World Congress di Barcellona, Sergio Buniac ha parlato di come si sia partiti dallo storico Razr per riuscire a trovare la svolta: “In passato questo smartphone pieghevole poteva resistere a circa 80mila piegature, ora siamo vicini alle 200mila. Problemi iniziali come la durata della batteria o la qualità della fotocamera li abbiamo risolti. Ora infatti la batteria dura fino a due giorni, le fotocamere sono competitive con gli altri modelli, anche la ricarica è migliorata e i dispositivi sono impermeabili”.
Tanto che la nuova generazione di Razr ha venduto 3-4 volte più rispetto alle prime tre messe insieme. Negli gli Stati Uniti d’America Motorola ha così raggiunto una quota di mercato del 70% e a livello globale è il marchio è il numero uno se si esclude la Cina.
E sul futuro Motorola non si ferma puntando sull’intelligenza artificiale, conclude Buniac: “La nostra strategia è quella di dare la possibilità beneficiale delle tecnologie gratuite in un primo momento. Per funzionalità più avanzate o esperienze premium potrebbe esserci la possibilità di pagare”. Vedremo quello che accadrà, quello che appare evidente è che dopo aver perso molto terreno in passato l’azienda è riuscita a riportarsi finalmente a livello di altri marchi ben più consolidati in questo momento sul mercato italiano e non solo.