Secondo uno studio della Electronic Frontier Foundation (EFF), Apple non assicurerebbe la privacy dei propri clienti se a richiedere i dati è un ente governativo troppo indiscreto.
Secondo uno studio della Electronic Frontier Foundation (EFF), Apple non assicurerebbe la privacy dei propri clienti se a richiedere i dati è un ente governativo troppo indiscreto.
L’Istituto ha esaminato la condotta delle principali società operanti nel comparto hi-tech per capire come queste si comportano quando i funzionari del governo chiedono determinate informazioni sugli utenti.
L’indagine ha preso in considerazione sei parametri specifici, ognuno rappresentato da una stella nel caso in cui l’azienda scelga il corretto atteggiamento di tutela verso il cliente.
Apple ne guadagna una sola, poiché non pretende mandati a fronte delle richieste del governo e, soprattutto, non comunica ai diretti interessati dell’apertura delle pratiche con relazioni di trasparenza, negando di fatto qualunque tipo di aiuto in tribunale. L’unico punto a favore della Mela in questa particolare classifica riguarda la lotta al Congresso (non in tribunale, naturalmente) per una maggiore responsabilità sulla privacy delle persone.
Conquista la prima posizione Twitter, con sei stelle su sei. Bene anche LinkedIn, DropBox e Google, che si aggiudicano cinque parametri e si avvicinano all’importante traguardo di correttezza nei confronti della clientela.