Elon Musk fa dietrofront sui Bitcoin: “consumano troppa energia”

Elon Musk ha annunciato su Twitter che Tesla non accetterà più Bitcoin per l’acquisto dei veicoli elettrici. Il motivo? L’attività di mining consuma troppa energia e provoca risvolti negativi all’ambiente.

Elon Musk Bitcoin Tesla
Elon Musk pone un aut aut sui Bitcoin (PixaBay)

Tesla fa retromarcia sui Bitcoin. Dopo aver aperto alle monete digitali e consentito l’acquisto dei veicoli elettrici tramite criptovaluta, l’azienda capitanata da Elon Musk ha adesso (parzialmente) sconfessato i propri innovativi propositi in favore di una tematica tanto antica quanto attualissima: la necessità di preservare l’ambiente. Una vera e propria ragione di vita per il ricco imprenditore di Pretoria, che tramite Twitter ha ufficializzato una decisione a dir poco inaspettata se si guarda ai sostanziosi investimenti di Tesla – ammontanti a 1,5 miliardi di dollari sull’unghia – effettuati sul Bitcoin soltanto lo scorso febbraio.

Leggendo tra le righe del comunicato, si evince la preoccupazione per i pesanti impatti ambientali provocati dalle incessanti attività di mining. Detto altrimenti, le transazioni di Bitcoin richiedono troppa energia, ma soprattutto fanno leva su un utilizzo di combustibili fossili altamente nocivi per l’ecologia. Da qui la decisione di non accettare più Bitcoin per l’acquisto dei potenti veicoli elettrici di Tesla. Il mercato non sembra comunque aver reagito bene al laconico post di Musk, sempre più influencer in questioni finanziarie e tecnologiche: la criptovaluta più famosa al mondo ha infatti subìto una pesante svalutazione, decurtando il proprio valore del 17% e attestandosi sui 50.854 dollari.

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Tesla non chiude le porte alle criptovalute

Per i meno esperti, il mining altro non è che una attività di produzione dei Bitcoin basata su una moltitudine di computer che agiscono ad alta intensità – e perciò producendo picchi di energia importanti – al fine di risolvere problemi crittografici complessi. Secondo alcuni numeri snocciolati dall’Università di Cambridge, il mining riuscirebbe a consumare in un anno l’energia prodotta nel medesimo periodo dall’Argentina o dalla Norvegia.

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Il filantropo imprenditore naturalizzato americano ha comunque mostrato una certa apertura verso il sistema delle criptovalute, forse anche per non sconfessare totalmente le proprie idee e, soprattutto, i propri investimenti. Nel comunicato diramato su Twitter, Musk ha infatti ribadito che Tesla tornerà ad accettare Bitcoin non appena sarà risolta ogni questione legata al consumo energetico. Per far questo – spiega il quarantanovenne di Pretoria – occorrerà che il mining sposti la propria attività verso fonti di energia dall’impatto ambientale più contenuto, abbracciando integralmente quel concetto cardine della sostenibilità.

Una riprova può in tal senso esser tratta dal fatto che Tesla non abbandonerà totalmente il campo delle criptovalute, accettando rivali più ecologiche di Bitcoin. Benché non ci siano nomi ufficiali, appare quantomeno scontato un implicito rimando a “Chia“, criptovaluta fondata dalla sapiente mente di Bram Cohen.

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