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Emoji con il velo presto su WhatsApp

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Rayouf Alhumedhi, la ragazza quindicenne di Berlino ma di origine saudite, ha proposto di introdurre su WhatsApp le emoji dedicate alle donne musulmane.

Rayouf Alhumedhi, la ragazza quindicenne di Berlino ma di origine saudite, ha proposto di introdurre su WhatsApp le emoji dedicate alle donne musulmane.

Si tratta di una ulteriore novità in questo senso dopo le recenti introduzioni di emoticons a difesa delle diverse etnie e orientamenti sessuali.

Di recente la gamma di emoji era stata infatti ampliata integrando emoticons che potessero rappresentare una più ampia cerchia di etnie, includendo cosi emoji dalla pelle scura e gialla. Una volta approvate, le emoticons saranno disponibili nel relativo aggiornamento. (Info: come avere sempre l’ultima versione di Whatsapp)

Le emoticons, grazie anche a Whatsapp e tanti servizi di messaggistica, sono divenute presto un vero e proprio linguaggio, soprattutto per i più giovani, che si sentono spesso rappresentati da queste piccole immagini. Le prime apparizioni risalgono a fine anni ’90 e sdoganate inizialmente da ICQ per poi essere rilanciate da Live Messenger, Skype e altri servizi fino ad arrivare a Whatsapp, Telegram e Snapchat, tra i più recenti.

Le emoticons cosi come altre simbologie in ambito informatico, sono gestite a livello internazionale da Unicode Consortium che si occupa di gestire, aggiornare e modificare anche questo standard di comunicazione. Questa associazione no-profit si occupa di analizzare le richieste e poi eventualmente integrarle nei codici. Mediamente sono una sessantina le nuove emoticons approvate ogni anno.

A queste riunioni, mediamente una ogni quattro mesi, partecipano rappresentanti dei grandi colossi informatici con una suddivisione di partecipanti tra coloro che hanno diritto di voto e coloro che sono invece semplicemente invitati alla collaborazione.

Un pò come l’ONU, anche questo consorzio ha una serie di membri fondatori permanenti ovvero Google, Apple, Adobe, Facebook, Huawei, Microsoft, Yahoo, IBM, Oracle, Sap e Symantec mentre poi troviamo membri istituzionali tra i quali il governo Indiano e quello del Bangladesh .

Il progetto è stato quindi presentato e si attende ora la sua approvazione anche se la procedura completa prevede alcuni iter non proprio rapidi.

Non possiamo che augurare buona fortuna alla giovane Rayouf Alhumedhi.
 

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