La festa di fine ottobre di matrice anglosassone genera un problema collaterale collegato alle decorazioni. Come ben saprete la zucca è il simbolo della festa di Halloween con milioni di zucche svuotate e decorate in occasione dei festeggiamen
La festa di fine ottobre di matrice anglosassone genera un problema collaterale collegato alle decorazioni. Come ben saprete la zucca è il simbolo della festa di Halloween con milioni di zucche svuotate e decorate in occasione dei festeggiamenti.
Solo negli Stati Uniti, dove questa festa è nata e si è sviluppata nel corso del tempo, lo scorso anno sono finite in discarica ben 254 milioni di tonnellate di rifiuti generati dalle zucche decorative, su circa 350 milioni di tonnellate di produzione annua.
Una montagna di spazzatura organica che per anni è finita in discarica ma finalmente un progetto potrebbe convertire in qualcosa di decisamente più utile ovvero energia e biocarburante.
La partnership siglata tra il dipartimento per l’Energia statunitense e le società Fulcrum Bioenergy ed Emerald Biofuels prevede di potenziare e sfruttare una serie di impianti di biogas per trasformare i rifiuti organici urbani in energia e soprattutto biocarburanti.
Di recente, anche la compagnia aerea United Airlines aveva investito 30 milioni di dollari proprio su Fulcrum BioEnergy per sviluppare una prima linea di biocarburanti per aerei .
Il progetto mira a produrre biocarburante, una sorta di benzina green ottenuta con la lavorazione degli scarti vegetali, con l’obiettivo di arrivare a produrre 350 milioni di litri di biocarburante che in futuro alimenteranno tutte le forze armate americane.
Con il petrolio destinato a sparire nei prossimi 50 anni, il Dipartimento della Difesa Americano (DARPA) ha da tempo attuato progetti per trovare un sostituto reperibile ovunque e con le stesse performance del carburante fossile.
Il biodiesel, molto sviluppato in Sud america ma con una spinta notevole anche negli Stati Uniti, consente di disporre di carburante per autotrazione ottenuto dalla fermentazione degli scarti vegetali.
Le principali produzioni e gli impianti più grandi sono situati in Brasile dove si sfrutta lo scarto della lavorazione dello zucchero di canna per produrre biodiesel.
Tecnicamente, qualunque scarto vegetale potrebbe diventare diesel ecologico.
La produzione negli Stati Uniti è cresciuta vertiginosamente negli ultimi 15 anni man mano che il settore automotive ha iniziato a guardare con maggiore interesse al settore. La produzione e il consumo di biodiesel è infatti passata da 94 milioni di litri registrati nel 2000 a circa 5 miliardi di litri del 2014.
Una piccola fetta del consumo di carburante americano che è stimato in 150 miliardi di litri. L’obiettivo americano è quello di potenziare il biodiesel portando al 10% del consumo automotive, quindi circa 16 miliardi di litri, quasi 3 volte la produzione del 2014.
Il processo è molto semplice ed esistono diverse metodologie per trattare gli scarti vegetali ai fini energetici: dalla pirolosi alla biogassificazione, dagli impianti anaerobici a quelli più tradizionali di compostaggio.
Gli attuali 200 impianti esistenti negli Stati Uniti avrebbero un potenziale produttivo pari a 11,3 miliardi di litri e impiegano oltre 62 mila lavoratori.