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Facebook cambia nome: Zuckerberg potrebbe annunciare la svolta a brevissimo

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Raffaele Pigneri

Il gigante dei social vuole rinnovare il brand, per distogliere la pubblica attenzione dai propri lati “oscuri” e convogliarla sul metaverso.

Facebook cambia nome (Adobe Stock)

Facebook come non lo abbiamo mai conosciuto sarebbe in procinto di nascere. Già la prossima settimana, il CEO e fondatore Mark Zuckerberg potrebbe alzare il sipario su un nuovo nome, durante la conferenza annuale Connect in programma il 28 ottobre. L’indiscrezione è stata diffusa da The Verge, che cita una fonte interna a Menlo Park e rimasta rigorosamente anonima. Anzi, stando alle informazioni della popolare webzine di tecnologia e lifestile, lo storico cambio di brand potrebbe avvenire anche prima.

Il re-branding di Facebook riguarderebbe da vicino il progetto del Metaverso, quello spazio di realtà virtuale e aumentata sulla costruzione del quale Zuck sta puntando tantissime risorse. Un’operazione che ricorda da vicino la nascita di Alphabet, la società controllante creata da Google nel 2015 per far capire al pubblico che il motore di ricerca era solo una faccia di un’organizzazione che ormai era cresciuta ben oltre le intenzioni iniziali. In questo caso, dunque, la denominazione Facebook si limiterà a definire il social network, un solo prodotto fra tanti altri.

La realtà aumentata… aziendale di Zuckerberg: quale sarà il nuovo nome

(Adobe Stock)

I progetti di AR e VR a cui sta lavorando da anni il Facebook Reality Lab sono dunque diventati il focus primario dell’azienda, come confermato più volte negli ultimi mesi dallo stesso Zuckerberg. E allora, tanto vale tradurre le nuove ambizioni in un nuovo nome. Ancora meglio se il cambiamento può distogliere l’attenzione generale dai lati oscuri di Facebook, spostandola di nuovo sul business. Non è un caso se il re-branding arriva in un momento delicatissimo per il social, sempre più sotto la lente d’ingrandimento delle istituzioni, specie dopo le rivelazioni della ex dipendente Francis Haugen. Secondo la whistleblower ascoltata anche dal Senato USA, Facebook sarebbe un’organizzazione senza troppi scrupoli e il suo algoritmo incoraggerebbe scontri di pensiero e hate speech per catturare gli utenti.

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Facebook deve insomma fare i conti con se stesso prima di procedere. Anche perché pare di capire che il metaverso sarà una versione effettivamente “aumentata” del concetto di social network, dove le persone potranno non solo comunicare e condividere post, idee o media. Ma interagire in modo molto più raffinato, tangibile e – come va di moda dire oggi – immersivo, esperienziale (ora la smettiamo con le parolacce). Il tutto grazie a strumenti come gli smart glasses messi a punto con Ray-Ban e altri, che permetteranno agli utenti di vivere in una dimensione virtuale. Ovviamente la prospettiva pone tanti interrogativi dal punto di vista etico. L’augurio è che il metaverso sia il più possibile lontano da un mondo controllato e diretto dall’alto. Quella della Matrice oppressiva, tanto per citare il film campione di incassi diretto dalle sorelle Wachowski nel 1999, non sembra una realtà virtuale in cui si abbia voglia di tuffarsi.

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Insomma, prepariamoci a conoscere un Facebook diverso a livello aziendale. Il social entrerà a far parte di una società più grande. E a quel punto sarà difficile, se non impossibile e inadeguato, attribuirgli qualsivoglia supremazia su prodotti come Instagram, WhatsApp, Oculus e altri. Attualmente, la società conta su un bacino di iscritti che ammonta a circa tre miliardi di utenti e intende coinvolgerli nel suo metaverso, con l’intenzione di creare ben 10 mila posti di lavoro in Europa per portare a termine l’impresa. Sempre il pezzo della rivista di VoXMedia scommette sulla denominazione Horizon, orizzonte. Ispirato a Horizon Worlds, ossia il videogame VR attualmente in beta sviluppato da Facebook con Oculus, sarebbe un riferimento esplicito e beneaugurante alla lungimiranza della compagnia.

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