Facebook contro QAnon, è guerra tra il social network di Mark Zuckerberg e l’enorme gruppo di complottisti che agisce sfruttando la piattaforma.
I social network e internet in generale sono posti liberi, in cui ognuno può e deve dire la sua. Senza dubbio una presa di posizione condivisibile e importante, che ha animato internet dagli anni della sua creazione ad oggi. Un luogo in cui tutti avessero la stessa voce e gli stessi mezzi per esprimerla, une democrazia platonica e digitale. Sempre più spesso però questo modello, che è certamente eccellente e auspicabile su carta, mostra anche dei lati negativi. Lasciare tutti dire la propria significa anche permettere ad individui parecchio pericolosi di parlare, di condividere la propria opinione, di fare propaganda, di aumentare il circolo dei seguaci. E’ quello che sta accadendo da mesi online con un gruppo di complottisti che si sta affacciando sempre di più sui social network come Facebook: QAnon.
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Facebook contro QAnon, guerra a pagine e gruppi nascosti
Il gruppo QAnon è un gruppo di complottisti che vede in Donald Trump l’unica ancora di salvezza dalla distruzione totale del pianeta. E’ lui infatti il paladino della giustizia che difende il popolo dal deepstate, fatto da un gruppo di banchieri ebrei e pedofili che vogliono assoggettare la terra con il COVID-19. Insomma, non proprio delle persone sane di mente. Facebook ha annunciato guerra totale a questa organizzazione, oscurando profili, pagine, e gruppi relativi a QAnon. “Il nostro team operativo per le organizzazioni pericolose continuerà ad applicare questa politica”, ha affermato in un comunicato Zuckerberg, rispondendo alle accuse di star censurando l’informazione libera. Ancora una volta quindi sorge la domanda: qual è e deve esserci un limite alla libertà di espressione personale?
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