La società di Mark Zuckerberg sarà costretta a risarcire con 650 milioni di dollari alcuni utenti dell’Illinois: Facebook archiviava dati biometrici senza autorizzazione
Altro grosso problema relativo alla privacy per Facebook e per Mark Zuckerberg, che saranno costretti a risarcire ben 650 milioni di dollari ai 1,6 milioni di partecipanti ad una class action dell’Illinois. Stando all’accusa, infatti, il social network fino al 2019 memorizzava i dati di riconoscimento facciale senza alcun autorizzazione, violando una legge dello stato americano.
La battaglia legale è iniziata più di 5 anni fa – precisamente nel 2015 – dall’avvocato di Chicago Jay Edelson. Quest’ultimo aveva citato in giudizio la società d Zuckerberg nel tribunale della contea di Cook. Pare che, sfruttando il suggerimento automatico dei tag nelle foto tramite riconoscimento facciale, Facebook violava in piena regola il Biometric Information Privacy Act in vigore nell’Illinois.
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Facebook dovrà risarcire 650 milioni di dollari: la causa
Dopo più di 5 anni di battaglia legale, una class action composta da circa 1,6 milioni di partecipanti riceverà un rimborso pari a 650 milioni di dollari da parte di Facebook. Il lungo processo si è concluso pochi giorni fa, quanto il tribunale della California ha dichiarato colpevole il social network. Nello specifico, è stato appurato che – col sistema di suggerimento automatico dei tag nelle foto – venissero salvati e poi archiviati i dati biometrici degli utenti, senza alcun autorizzazione. Questo va contro il Biometric Information Privacy Act, in vigore nello stato americano dell’Illinois.
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Dopo aver chiamato a giudizio la società di Zuckerberg nel 2015 a Chicago, 3 anni dopo il tutto si è spostato al tribunale della California. Nel 2019, la decisione definitiva da parte di Facebook: bloccare il tag tramite riconoscimento facciale, trasformando il tutto in una semplice opzione attivabile su richiesta e non presente di default.
Ora i 650 milioni di dollari di risarcimento verranno suddivisi tra tutti gli utenti della class action. Il giudice James Donato ha infatti deciso che 97,5 milioni di dollari pagheranno le parcelle legali e 915mila le spese processuali. 5mila dollari andranno poi a ciascuno dei tre partecipanti querelanti. Risultato: ogni utente riceverà all’incirca 345 dollari a testa.