Avete mai pensato che fare scrolling potesse essere pericoloso? Sappiate che lo è e può diventare anche una vera dipendenza.
È inutile negarlo: tutti noi trascorriamo diverse ore al giorno facendo scroll sul cellulare. Sfogliamo contenuti con disattenzione. Senza nemmeno concentrarci troppo su quello che stiamo guardando. Passiamo dal feed di Instagram a quello di Facebook e TikTok con estrema facilità e, con altrettanta facilità, le ore ci sfuggono tra le dita senza che ce ne siamo accorti.
Magari non abbiamo mai dato molto peso a questa attività, ma il tempo trascorso a fare scroll sul telefonino è “perso”, soprattutto se non leggiamo articoli interessanti ma ci limitiamo a muovere il pollice su e giù sullo schermo del cellulare in modo svogliato. E allora perché continuiamo a farlo? Secondo alcuni recenti studi fare scrolling in modo quasi compulsivo e continuativo potrebbe essere una vera e propria dipendenza, che, sicuramente, non è benefica per il nostro cervello.
Scrolling infinito: quando diventa pericoloso?
Viene definito infinite scrolling infinito e altro non è che quel movimento costante che facciamo scorrendo contenuti sul cellulare senza soffermarci troppo a leggere o approfondire. Ci viene voglia di farlo sempre, soprattutto nei momenti “morti” della nostra giornata come durante un viaggio in autobus, durante le pubblicità di un film in televisione, ma anche al mattino appena svegli.
C’è quindi una linea nemmeno troppo sottile tra l’essere inserito nel mondo dei social ed esserne dipendenti. Lo scrolling è potenzialmente infinito perché i contenuti vengono prodotti in continuazione da milioni di persone in tutto il mondo e questo potrebbe portarci a trascorrere ore ed ore a fare questo movimento con il dito sul telefono. E alle volte, sarà capitato a tutti, trascorriamo ore a fare questa attività e spesso non riusciamo nemmeno a smettere. Una sorta di atteggiamento quasi bulimico che potrebbe trasformarsi in una vera e propria dipendenza.
Gli psicologi hanno ormai capito infatti che, dietro a questa azione dello scrolling, quasi inconsapevole: c’è un condizionamento strumentale perché nel nostro cervello viene rilasciata dopamina, ossia l’ormone della felicità. Fare scroll può quindi generare un senso di felicità che, per alcuni, è difficile da trovare altrove portando quindi alcune persone più suscettibili a rinchiudersi in questo universo di contenuti infiniti da scrollare con un solo dito.
Cosa possiamo fare?
Non esistono a oggi metodi o sintomi specifici che ci portino a capire quando e come arginare il rischio che lo scrolling diventi compulsivo. Chiaramente però ci sono strumenti come app del telefono che, dopo un tot di ore trascorse attaccati allo smartphone segnalano all’utente che è ora di smettere. Siamo comunque noi che dobbiamo dare delle regole a noi stessi e ai ragazzi. Il mondo, in fondo, non è dietro ad uno schermo, ma è fuori e ci può regalare una felicità ben maggiore rispetto a quella donata dallo scrolling sul telefono.