Il Tribunale di Milano ha inibito TIM a inserire clausole contrattuali per la fatturazione a 28 giorni. Previsto il diritto di rimborso per gli utenti coinvolti
Una nuova pronuncia giudiziale mette l’ennesimo punto esclamativo alla vicenda delle fatturazioni a 28 giorni nei contratti di abbonamento per i servizi di telefonia fissa. Il Tribunale di Milano ha infatti preso posizione a seguito dell’azione promossa dall’associazione Movimento Consumatori, imponendo l’assoluto divieto – rivolto nel caso di specie all’operatore italiano TIM – di introdurre clausole contrattuali prevedenti appunto rinnovi e pagamenti su base di 28 giorni od otto settimane.
Un pronunciamento che segue a ruota l’analogo contenzioso avviato di recente nei confronti di WindTre e con un risultato di base pressoché analogo: l’operatore sarà infatti chiamato a ristorare i consumatori interessati, procedendo pertanto con i rimborsi a beneficio degli utenti coinvolti.
Come spiegato a margine della notizia dai legali del Movimento Consumatori, avvocati Paolo Fiorio e Corrado Pinna, la decisione odierna, se da un lato conferma l’illegittimità delle fatturazioni a ventotto giorni, ha il pregio di introdurre due elementi di novità: innanzitutto, la lesione dei diritti dei consumatori anche con specifico riguardo agli abbonamenti TIM da essi stipulati dal primo aprile 2017, data appunto in cui l’operatore italiano ha deciso di abbandonare la fatturazione su base mensile, optando invece per quella a 28 giorni od otto settimane; ma anche l’obbligo di restituzione delle somme indebitamente trattenute dal gestore telefonico per effetto di un tale cambiamento nella fatturazione dei contratti di abbonamento di linea fissa.
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TIM dovrà rimborsare i consumatori coinvolti
Il pronunciamento del Tribunale di Milano ha poi indicato le modalità di erogazione dei rimborsi. In primo luogo, l’operatore italiano dovrà informare gli utenti interessati del diritto al rimborso: tale adempimento pubblicitario prevedrà, in particolare, la pubblicazione di un avviso che TIM dovrà condividere non soltanto sul proprio sito ufficiale, ma anche su alcuni quotidiani nazionali.
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A questo punto scatta poi la fase intermedia, vale a dire le domande di rimborso inoltrate a TIM dai consumatori interessati, che dovranno poi essere accolte dallo stesso gestore italiano entro 30 giorni dalla loro ricezione.