Lo smartphone più sicuro al mondo è diventato un mezzo per truffare i criminali. E sul mercato online circolano già alcuni modelli proposti in vendita a prezzi bassissimi.
Era stato acquistato dai malintenzionati con lo scopo di proteggersi da qualsiasi intercettazione, eppure quello strumento così prezioso per rimpinguare il losco giro d’affari della criminalità organizzata americana si è rivelato esser in realtà l’arma più potente per contrastare la malavita statunitense.
Dietro agli arresti effettuati dall’FBI lo scorso mese si cela un artificioso stratagemma che coinvolge uno smartphone apparentemente indistinguibile dall’ordinario: il Pixel 4a di Google. Ma non si tratta del modello che abbiamo avuto modo di toccar con mano anche qui in Italia. Quel dispositivo così simile da un punto di vista estetico e funzionale condensava in realtà un sistema operativo a prova di hacker, stante la protezione crittografica dei dati e una sostanziale inaccessibilità alle classiche funzioni abitualmente utilizzate da qualsiasi consumatore.
Lo smartphone è stato realizzato da Anom, compagnia che soltanto successivamente si è scoperto esser di proprietà dell’FBI. Era stata fondata con un obiettivo ben preciso: intercettare ininterrottamente gli acquirenti. Chiaro che il giro d’affari di un simile dispositivo chiamava a raccolta un microscopico segmento di utenza, vale a dire quelli che miravano ad esser immuni da qualsivoglia controllo od intercettazione. E chi se non i criminali? Con un paradosso a dir poco grottesco: i malintenzionati truffati dall’FBI.
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Dentro il Pixel 4a un software tecnicamente invalicabile
Found someone who has (had?) a Pixel phone with ArcaneOS installed. Waiting to see if they still have it so we can extract the firmware/apps.
H/T trzpro on Telegram. pic.twitter.com/PUmMqN6TW7
— Mishaal Rahman (@MishaalRahman) July 8, 2021
Il Pixel 4a modificato dalla società Anom era in effetti lo strumento privilegiato per realizzare operazioni malavitose. Al posto di Android (il sistema operativo installato nativamente da Big G sui suoi dispositivi) trovava spazio un inedito Arcane OS, una piattaforma a dir poco impossibile da violare. Basti pensare che le app tradizionali (WhatsApp, Instagram, Facebook, ma si potrebbe anche continuare) non funzionavano nemmeno, mentre quelle di default (tra cui soprattutto la calcolatrice) si trasformavano in app di messaggistica protette da sofisticati sistemi crittografici.
In realtà, dietro a quei programmi così particolari e teoricamente invulnerabili si celava un trojan sviluppato dall’FBI, il cui scopo era tanto semplice quanto efficace: intercettare le comunicazioni e utilizzarle come base per le indagini. E’ quel che stato fatto nell’operazione ufficializzata dal Federal Bureau of Investigation, la più imponente degli ultimi anni per dimensioni e impatto mediatico.
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Il paradosso? Quei Pixel 4a modificati da Anom sono finiti in vendita, come certificato da alcune ricostruzioni di Vice. Il motivo? L’impossibilità di esser utilizzati nel loro modo tradizionale, il che ha portato i possessori a sbarazzarsene anche a costo di realizzare una minusvalenza. E proprio il prezzo di vendita potenzialmente vantaggioso sta alimentando un mercato per così dire parallelo, ma che rischia di fatto di crear qualche grattacapo di troppo ai consumatori.