Roma è suo malgrado la città meno cablata del nostro territorio. La situazione della fibra in Italia da Nord a Sud, con punte d’eccellenza e qualche altra delusione
Poter disporre di una connessione veloce è ormai diventata un’esigenza fondamentale per svolgere al meglio le nostre attività, soprattutto in un momento storico in cui queste vanno gradatamente trasfondendosi nel digitale. Eppure, le lungaggini della burocrazia non permettono di poter estendere a una platea di consumatori sempre più vasta tutti i benefici della fibra ottica. Ne sa qualcosa Roma, che comanda suo malgrado la speciale graduatoria delle città meno digitali d’Italia: soltanto il 71,4% della popolazione capitolina può infatti sfruttare i vantaggi della connettività FTTH, con le sue consistenti velocità in download e upload capaci di migliorare sensibilmente la qualità di navigazione su Internet.
Tutta colpa della burocrazia, dicevamo, e a farne le spese sono state indirettamente TIM e Open Fiber: la prima gestisce il 61% della rete, mentre la seconda è la società leader nel mercato della fibra ottica. Ma perché a Roma più che in altri posti la burocrazia costituisce un freno alla diffusione della connessione Internet veloce?
Come spiegato in un approfondimento de La Repubblica, il discorso abbraccia due poli strettamente convergenti ed amplificati dalla conformazione del centro storico di Roma, dove i cantieri devono procedere con la massima cautela per garantire le esigenze di sicurezza: da una parte, il regolamento scavi approvato dalla giunta Raggi; dall’altro, le lungaggini relative alla lavorazione delle pratiche degli uffici tecnici da parte dei singoli municipi. Proprio il regolamento scavi, predisposto con lo scopo di porre un argine dinanzi al problema delle buche, si è rivelato un’arma a doppio taglio capace di metter all’angolo i lavori della rete in fibra ottica. Ma dall’altro lato non vanno sottaciuti neppure i tempi di lavorazione dei permessi, diventati addirittura esagerati in alcune circoscrizioni: basti pensare, citando i dati condivisi dalla fonte, che ci vogliono 70 giorni per avere il via libera degli uffici nel I Municipio. Un’eternità se li si confronta con gli otto giorni previsti dalla legge.
Roma diventa quindi fanalino di coda della speciale classifica. Volendo fare un paragone, Milano può vantare il 97,9% dei residenti con connessione in fibra ottica. Bene anche Torino con il 94,7% di copertura e Catania (94,4%), ma segnaliamo buoni risultati anche a Palermo (93,5%) e Napoli (93,6%). Chi non sorride è Firenze: il suo 72,4% evita soltanto il fondo della graduatoria.
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