Fotocamere su smartphone, la rivoluzione è iniziata: addio alle compatte?

La qualità delle fotocamere su smartphone ha raggiunto livelli a dir poco impensabili e quest’anno l’industria tecnologica si è spinta oltre, presentando tre tecnologie a dir poco innovative. Siamo a metà di un percorso che porterà alla definitiva sparizione delle classiche compatte digitali?

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Lo Sharp Aquos R6 è il primo smartphone a far sfoggio di un sensore da un pollice (Screenshot YouTube)

Quando ci si imbatte nell’acquisto di un nuovo smartphone, spesso e volentieri la scelta ricade sempre verso il modello potenzialmente migliore sotto il profilo fotografico. Le fotocamere rappresentano infatti una delle caratteristiche più richieste dai consumatori e lo confermano implicitamente alcuni numeri relativi al settore delle macchine fotografiche digitali. Che a partire dallo scorso anno ha subìto una contrazione dell’87% rispetto al 2010, registrando una flessione nelle vendite come mai prima d’ora.

Sempre più utenti prediligono quindi gli smartphone alle fotocamere classiche e non è un caso che alcune aziende storicamente attive nell’industria fotografica abbiano iniziato ad avvicinarsi con interesse al comparto mobile. Lo ha fatto dapprincipio Zeiss ai tempi in cui i dispositivi non erano poi così intelligenti e multifunzionali, ma lo ha fatto soprattutto Leica grazie al contributo di Huawei – il P9 può in quest’ottica assurgere come smartphone apripista di una moda esplosa soprattutto in questo 2021 – spianando la strada ai rivali di sempre; più recentemente, Hasselblad ha teso la mano alla cinese OnePlus e Olympus dovrebbe invece legarsi – come abbiamo già avuto modo di riportare nelle scorse settimane – a Samsung con il prossimo flagship Galaxy S22.

Cos’è cambiato con l’avvento di queste collaborazioni? Probabilmente poco o nulla, costituendo più che altro un mero strumento di marketing per rimpinguare i numeri di vendite di un certo prodotto. Eppure, la qualità delle fotocamere su smartphone è migliorata di anno in anno sino al punto da raggiungere livelli assolutamente impensabili fino a qualche tempo fa. Come spesso abbiamo avuto modo di affermare, le ragioni non dipendono dall’innalzamento del numero di megapixel – che, alla stregua delle patnership con le aziende leader del settore, costituisce un’evidente mossa commerciale per ingolosire il “consumatore-medio” – ma da tre rivoluzioni a nostro avviso di fondamentale importanza: il miglioramento dell’HDR e della stabilizzazione dell’immagine; la presenza di sensori accessori, come lo zoom periscopico e l’ultra-grandangolare (quello “macro”, invece, ha un’utilità ad oggi assolutamente blanda); e infine, la modalità notturna, abbinata ad una ottimizzazione software che nel caso degli iPhone e dei Google Pixel riesce a raggiungere livelli di eccellenza.

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Fotocamere su smartphone, le tre rivoluzioni del 2021

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Mi MIX Fold è il primo smartphone al mondo ad essere equipaggiato da una fotocamera con lente liquida

I prossimi anni saranno senza dubbio decisivi per rendere ancora più sottile il filo rosso che divide gli smartphone dalle macchine fotografiche digitali. Il 2021 non avrà infatti (ancora) portato in dote il miglior dispositivo mobile in fatto di fotocamera, ma ha avuto il pregio di spalancare la strada verso al futuro. Tre sono in tal senso le date e i prodotti portabandiera del nuovo corso fotografico:

  • 30 marzo – Xiaomi Mi MIX Fold, il primo smartphone al mondo ad essere impreziosito da una “lente liquida“, ossia un elemento in grado di cambiar elettronicamente e meccanicamente forma in seguito ad uno specifico impulso. Il risultato? Quando viene attraversato da una corrente elettrica, l’elemento liquido cambia la propria struttura, dando modo all’obiettivo di adattarsi a scopi diversi: può cambiare lunghezza focale e combinare lo zoom ottico e le funzionalità della fotocamera “macro” in un’unica ottica.
  • 14 aprile – Xperia 5 III, smartphone caratterizzato da un obiettivo fotografico zoom variabile. Il vantaggio è certamente di rilievo, in quanto elimina la necessità di implementare dentro al dispositivo due differenti teleobiettivi, con consequenziale risparmio di spazio dentro all’angusta scocca metallica sulla quale trovano posto i vari componenti elettronici. Si può perciò passare da uno zoom all’altro senza perdere qualità.
  • 17 maggio – Sharp Aquos R6, il primo smartphone al mondo con sensore da 1 pollice. Se n’è parlato per anni sino al punto da diventare il chiodo fisso dei principali produttori. Eppure, l’azienda nipponica è riuscita a trovare il modo di incastonare un componente così ingente dentro allo spessore contenuto degli smartphone, battendo sul tempo la rivale Huawei. Peraltro, Sharp ha avviato una collaborazione con Leica, a conferma che lo storico matrimonio con il gigante di Shenzhen sia destinato ad interrompersi dopo cinque anni di successo. I benefici di un sensore così generoso sono molteplici, ad incominciare dal miglioramento degli scatti nelle condizioni d’illuminazione precaria, rendendo perciò meno necessario lo sviluppo della modalità notturna; inoltre, viene attenuato il livello di rumore e migliorata la velocità di messa a fuoco.

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Insomma, la macchina della rivoluzione è già stata avviata e siamo certi che la qualità delle fotocamere su smartphone sia destinata a migliorare sensibilmente nel giro di pochi anni. Il dispositivo del desiderio? Un mix delle tre sopracitate caratteristiche presentate nel 2021. Ma attenzione: il miglioramento delle componentistiche hardware dovrà giocoforza essere accompagnato da una ottimizzazione software certosina e accurata. Perché, come si dice in gergo, la potenza è nulla senza il controllo. Soltanto così si riuscirà a far scacco matto al settore delle macchine fotografiche digitali. Una mossa che, siamo convinti, arriverà in un futuro prossimo o lontano.

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