I cambiamenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti. Così come un’estate che non sembra finire mai, caratterizzata dal caldo torrido e da temporali con una quantità considerevole di fulmini. Mortiferi.
La tragedia dei ciclisti morti a causa proprio dei fulmini è una triste occasione per parlare dei nostri dispositivi, che attirano le scariche elettriche in caso di forti temporali. “La batteria aumenta i rischi, cercate riparo”.
E’ il consigli del ricercatore Sante Saviola che ci regala preziosi avvertimenti, in una lunga intervista su La Repubblica, dove si evincono chiaramente i pericoli che possono causare smartphone e device in generale, durante i temporali, in forte aumento.
Le bici elettriche dove viaggiavano i ciclisti colpiti dal fulmini, hanno contribuito alla loro morte. “La batteria – spiega Saviola – può creare un campo elettrico, come avviene con i cellulari. E infatti la Protezione civile dice di stare attenti con quei dispositivi. In generale andrebbero evitate le apparecchiature elettroniche“.
Attenzione dunque ai nostri telefonini quando piove forte. “Prima di tutto ripararsi”. Naturalmente non sotto a un albero, ma nemmeno sotto un ombrellone: “Sulla cima delle strutture si crea un campo elettrico dove il fulmine va a scaricare. È il principio del parafulmine – continua il ricercatore dell’Isac, Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna, impegnato nello studio dei temporali più violenti, che generano le tante grandinate che ahinoi abbiamo subito anche questa estate – l’ideale sarebbe trovare un riparo al chiuso. La casa è una gabbia di Faraday, isolata dai campi elettrostatici che si trovano all’esterno. Stesso discorso vale per una macchina“.
Il trend dei fulmini è purtroppo in aumento. E se lo spettacolo per chi sta al riparo viene sovente ripreso con infiniti video e postato sui social, evidenzia un fenomeno (naturale, ma fino a un certo punto), in grande crescita.
“Stiamo per pubblicare uno studio sui temporali intensi, con la grandine più grande – rimarca Saviola – negli ultimi 22 anni questi eventi sono aumentati, soprattutto nell’ultimo decennio. Significa anche più fulmini, che si formano quando nella nuvola ci sono cristalli di ghiaccio che, per semplificare, si sfregano e caricano la nube“.
Ma cosa fare quando ci imbattiamo in un temporale e non siamo a casa, o senza un riparo sicuro. Attenzione in primis ai nostri dispositivi, ma soprattutto: “Accovacciarsi – conclude Saviola – L’importante è evitare di essere come una punta, che come detto attira il fulmine“.
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