Gigabyte ha subìto la scorsa settimana un pesante attacco ransomware ai server interni. I cybercriminali avrebbero messo le mani su un tesoretto di 112 gigabyte di dati coperti da riservatezza.
Dopo il pesante attacco hacker subìto dai computer della Regione Lazio, un’altra incresciosa vicenda legata alla cybercriminalità sta facendo rapidamente il giro della rete. Con conseguenze a dir poco mostruose sotto il profilo della sicurezza.
L’azienda taiwanese Gigabyte, conosciuta dal grande pubblico per le sue schede madri di buona qualità e per le collaborazioni a stretto gomito con patner d’eccezione come AMD e NVIDIA, avrebbe subìto nelle scorse ore un attacco hacker. La vicenda è ancora lungi dall’esser definita, ma indiscrezioni riportate dai beneinformati permettono di avere un primo sommario quadro sull’accaduto. E le notizie non sono rassicuranti. Secondo l’autorevole BleepingComputer, pare che dietro alla manovra cybercriminale si annidi il celebre RansomEXX, il ransomware capace di colpire indistintamente e senza alcun argine i computer Windows e Linux.
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Attacco ransomware a Gigabyte: tragufati 112GB di dati interni
L’attacco è avvenuto la scorsa settimana e a farne le spese sarebbero diversi server dell’azienda, oltre che i domini dei siti Internet della stessa. Le conseguenze non sembrano comunque essere di poco conto. I cybercriminali avrebbero infatti preso in ostaggio un cospicuo tesoretto caratterizzato da 112 gigabyte di dati interni: per riaverli indietro sarà necessario pagare un riscatto (ancora sconosciuto nel suo ammontare, ma riteniamo senz’altro sostanzioso e con svariati zero), come da tradizione dei ransomware. Stando a quanto riportato in rete, gran parte del materiale trafugato includerebbe documenti coperti da riservatezza, provenienti dai patner collegati a Gigabyte, come per l’appunto Intel, AMD e American Megatrends.
Come spiegato dalla stessa fonte, RansomEXX starebbe esercitando pressioni su Gigabyte al fine di ottenere il pagamento del riscatto, minacciando l’azienda taiwanese di pubblicare immediatamente in rete l’integrale contenuto dei documenti rubati.
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Quello di Gigabyte non è, ad ogni buon conto, l’unico attacco ransomware effettuato in questi ultimi mesi. Mettendo di canto quello orchestrato a danno della Regione Lazio, anche altre società che gravitano nell’orbita dell’industria tecnologica hanno dovuto far fronte a fenomeni di questo tipo. L’ultimo in ordine cronologico ha coinvolto Acer e Quanta, assemblatore conosciuto per la sua collaborazione con Apple.