Secondo quanto emerso in rete, Sony starebbe valutando la possibilità di cambiare strategia ed offrire agli utenti giochi gratis free-to-play
Nonostante le difficoltà a livello di produzione e di vendita, il settore del gaming sta continuando a crescere. Le console next gen non hanno fatto altro che alimentare un fenomeno che non sembra volersi fermare, anche grazie alle strategie alternative alle quali stanno pensando i due principali marchi: Microsoft e Sony.
Stando a quanto si legge sul web, sembra che anche l’azienda giapponese stia pensando di introdurre la possibilità di giocare gratuitamente ad alcuni titoli PlayStation. I guadagni arriverebbero da annunci pubblicitari inseriti all’interno dei titoli, con anche cartelloni ed altri annunci ambientali.
Sony valuta l’inserimento delle pubblicità nei giochi
Ci sono addirittura già le prime tempistiche di rilascio. Qualora la notizia dovesse essere confermata, Sony potrebbe introdurre questa nuova strategia entro la fine del 2022. Per il momento, non sono ancora arrivate smentite ufficiali. Il che lascia ben sperare. L’obiettivo chiaro è quello di facilitare la vita tanto per le software house quanto per i giocatori. Avere a disposizione dei titoli free-to-play fa sempre piacere, anche se con annunci pubblicitari continui.
Si potrebbe così aprire un nuovo mercato, che viaggerebbe in parallelo a quello dei titoli gratuiti che vivono grazie a skin, season pass ed altro (basti pensare a Fortnite). In realtà anche Microsoft sta valutando una soluzione di questo tipo. Proprio la scorsa settimana alcune fonti interne hanno parlato della possibilità che il gigante americano proceda con l’inserimento della pubblicità nei propri titoli di punta.
Sono tutte voci che lasciano intendere una cosa: il mercato del gaming sta cambiando e potrebbe presto venire rivoluzionato con scelte del tutto inedite. Bisogna solo capire che impatto avrebbero queste inserzioni nei videogame. Una presenza troppo oppressiva potrebbe dar fastidio ai gamer, andando a rovinare l’intera esperienza e costringendoli a pagare per avere un titolo senza pubblicità.