Sono emersi risultati preoccupanti dall’ultimo studio “The Deteriorating Social Self in Younger Generations”, incentrato sugli effetti dello smartphone nei più giovani
Sapien Labs ha deciso di pubblicare uno studio incentrato sugli effetti negativi che la digitalizzazione sta avendo nelle generazioni più giovani. Il quadro emerso è piuttosto preoccupante, in particolare per la fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni.
I risultati parlano di un netto peggioramento per la salute mentale, con un confronto col passato che è piuttosto eloquente. Ad emergere è una riduzione dei rapporti sociali reali e una minor preponderanza alle competenze in diversi settori. La causa maggiore del fenomeno è la mancanza di contatto fisico, che impedisce alle nuove generazioni di apprendere le basi della socializzazione.
I risultati dello studio “The Deteriorating Social Self in Younger Generations”
I giovani tra i 18 e i 24 anni stanno vivendo le pesanti conseguenze dell’uso prolungato degli smartphone. L’utilizzo massivo della tecnologia rappresenta una sorta di filtro col mondo esterno, una necessità di confrontarsi con la fisicità del rapporto umano che viene meno. Tutti fattori che vanno ad influire sulla salute mentale. Ad aver posto l’accento sul delicato fenomeno il confronto con le generazioni dell’era pre-internet. Se prima si passavano dalle 15.000 alle 25.000 ore della vita interagendo fisicamente con coetanei e parenti, ora il dato è sceso ad un range che va dalle 1500 alle 5000 ore. Almeno nel campione preso in esame, ossia under 25 di 35 Paesi (Stati Uniti compresi).
A livello più concreto, i problemi menali possono portare a sintomi più o meno gravi. Si va dai pensieri strani ed indesiderati ai problemi di autostima, passando per sensazione di distacco dalla realtà, problemi nelle relazioni sociali, paura, ansia, sensazione di angoscia e tristezza. Fino ad arrivare a pensieri suicidi. Ma quali sono le possibili soluzioni? Tra i suggerimenti, c’è il consulto con uno specialista. Una strategia vincente potrebbe essere l’auto-convincimento ad utilizzare meno il proprio smartphone, magari sfruttando le funzionalità limitative presenti sui device di ultima generazione.