Un utente su Reddit segnala un evidente paradosso sul nuovo Wear OS 3: Google sponsorizza come “essenziali” due app che non esistono più. Errore marchiano o altro?
Google ha finalmente deciso di far sul serio sul settore degli smartwatch, lanciando il guanto di sfida all’ancora inavvicinabile Apple Watch. L’attuale piattaforma Wear OS 3 – nata dalla convergenza con Tizen OS di Samsung – promette sostanziali migliorie per ciò che riguarda le prestazioni e i consumi, grazie anche all’abbinamento con un comparto hardware nuovo di zecca.
In attesa dell’ufficializzazione dello Snapdragon Wear 5100 e con essa la nuova generazione di smartwatch Wear OS, a propagandare l’importante aggiornamento messo a punto da Google e Samsung sono i recenti Galaxy Watch 4 e Galaxy Watch 4 Classic. Big G, dal suo canto, si sta impegnando nel software, limando i difetti e correggendo quelle storture che avevano un po’ messo nell’angolo i vecchi wearable dotati del sistema operativo dell’azienda americana. O così dovrebbe essere.
Già, perché come testimonia una inequivocabile screenshot pubblicata da un utente di Reddit, Google ha inserito come “essenziali” due app che non sono più compatibili con Wear OS 3. Accanto alla suite di Big G come Google Fit, Google Keep, Google Pay, Google Maps e altri servizi di terze parti del calibro di Citymapper, figurano infatti due app che tutto hanno tranne che l’essenzialità: Uber e Telegram.
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Telegram è sparito da Wear OS 3. O forse no?
E non ci riferiamo alla qualità dell’applicazione od alle sue funzioni, ma alla stessa disponibilità: si tratta di programmi non più compatibili con Wear OS e perciò praticamente impossibili da installare sullo smartwatch. Siamo ovviamente di fronte ad un refuso (o forse no?) ed è probabile che Big G corregga il tiro già a brevissimo, ma sullo sfondo resta comunque un errore grossolano. Anche perché potrebbe far confondere e tribolare l’utente medio che, magari, non è a conoscenza del fatto che Telegram non è più in grado di funzionare sugli smartwatch Wear OS. Prova a installarlo sul proprio dispositivo – forte anche di quell’essenzialità sponsorizzata da Google – e non ci riesce.
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Concludiamo comunque con una annotazione. Le due applicazioni “incriminate” meritano certamente di essere qualificate come “essenziali”, soprattutto perché riconducibili a servizi estremamente utili e di dominio pubblico. E chissà che Google non sappia qualcosa di cui invece non siamo a conoscenza, con Uber e Telegram pronte nuovamente a tornare in pista, magari aggiornate per funzionare al meglio con il nuovo Wear OS 3. È una possibilità da non escludere e, detto sinceramente, lo auspichiamo con vigore. Perché il rilancio di Wear OS passa anche dalla disponibilità di app effettivamente “essenziali”, come lo sono Google Pay e Google Maps, ma anche Telegram e altri servizi ancora non ancora compatibili con la piattaforma wearable di Google (qualcuno ha detto WhatsApp?).