Google annuncia l’arrivo di una modifica sul Play Store dedicata alle app obsolete, con conseguenze che toccheranno sia gli sviluppatori che (in parte) gli utenti
Google si prepara ad una svolta importante per il suo sistema operativo mobile. L’azienda di Mountain View ha infatti annunciato il futuro arrivo di una novità che, sebbene dedicata esplicitamente agli sviluppatori, toccherà anche indirettamente (alcuni) utenti finali. Sappiamo infatti che il Play Store di Android è per certi versi un terreno a campo aperto, nel senso che gli sviluppatori hanno comunque un certo ampio margine d’azione per le loro applicazioni. A partire dal prossimo novembre, non sarà più così, o quantomeno non lo sarà più per una specificità di non trascurabile importanza.
Google bloccherà il download di tutte quelle app Android presenti sul Play Store che non utilizzano le API più recenti del “robottino verde”, oscurandole dal campo di ricerca dello store medesimo. Una mossa che ha diverse chiavi di lettura ma che sottintende soprattutto la necessità di preservare la sicurezza degli utenti, rafforzando ulteriormente le barriere dello store ufficiale dove scaricare app Android, tenuto conto anche di alcuni incresciosi accadimenti – non ultimo le sei app contenenti un malware bancario – che in alcuni casi hanno messo a dura prova l’incolumità dei dispositivi mobili degli utenti.
Quella di Google non rappresenta però una novità assoluta. Se si amplia lo sguardo di direzione e si rivolge l’occhio ad Apple, anche il gigante di Cupertino è solito puntare i “piedi” ed eliminare senza troppi indugi dal proprio store ufficiale (l’App Store, disponibile su iOS e iPadOS) quelle applicazioni che, non aggiornandosi di pari passo con le nuove release del sistema operativo mobile di Apple, non accolgono le API e la compatibilità stessa con i dispositivi e con il software più recenti.
Ma come spesso accade su Android, la soluzione adottata da Google è un po’ più “morbida”, se così si può dire. Infatti, l’oscuramento delle app Android dallo store ufficiale riguarderà soltanto i nuovi utenti che utilizzano dispositivi recenti. Dal primo novembre, gli sviluppatori dovranno inglobare le più recenti API del “robottino verde” nelle app già esistenti che non sono state aggiornate entro due anni dal rilascio dell’ultima release di Android. Volendo dare concretezza al discorso, gli sviluppatori avranno quindi tempo fino al primo novembre del 2022 per inglobare le API 30 (Android 11) nelle proprie app, laddove non lo avessero già fatto.
In caso di mancato adeguamento, gli utenti che utilizzano dispositivi mobili (smartphone e tablet) con a bordo una versione Android successiva a quella delle API, non potranno installare quell’app non adeguata sul proprio device, che appunto esegue una release del “robottino verde” superiore a quella delle API di riferimento. Attenzione, però, in quanto gli utenti che hanno ancora quelle app obsolete installate – oppure ancora nel caso in cui le avessero installate in un momento del passato – potranno trovarle e reinstalarle sul dispositivo, senza alcun limite. Diciamo infatti che Google andrà ad oscurare parzialmente queste app soltanto per i nuovi utenti.
La scelta è un po’ di compromesso e sicuramente affonda le proprie radici nella necessità di far sì che gli utenti si allontanino da app non aggiornate (e quindi obsolete), con tutto ciò che ne consegue in termini di rischi per la sicurezza.
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