Google compie un altro importante passo ed è pronta a rivoluzionare il sistema dei pagamenti tramite Google Play Store. Ecco come
Tra Android 13 e le principali novità hardware al vaglio nel campo mobile, Google sta sicuramente portando avanti più progetti legati a doppio filo. L’azienda di Mountain View ha deciso in queste ore di rincarare ulteriormente la dose, avviando la fase di test (anche in Europa) del cosiddetto User Choice Billing, il programma che rivoluzionerà in futuro il sistema dei pagamenti del Google Play Store.
Se lo scorso marzo spettò a Spotify recitare il ruolo di ambasciatore, adesso le novità disegnate da Google sono pronte ad estendersi in modo un po’ più generalizzato. Interesseranno innanzitutto gli sviluppatori e, a cascata, gli utenti finali, in una ideale chiusura di un cerchio che Google ha voluto tratteggiare dopo le pressioni esercitate dal governo sud coreano.
Con l’avvio della fase di test del nuovo User Choice Billing, l’azienda di Mountain View consentirà agli sviluppatori di applicazioni mobili (non giochi) di registrarsi al programma pilota per avere la possibilità di offrire agli utenti metodi di fatturazione alternativi con le loro app. Questo significa, in buona sostanza, che se una persona desidera abbonarsi a un servizio come può essere ad esempio Spotify (prima ad inaugurare a marzo lo User Choice Billing), potrà sottoscrivere l’abbonamento pagando tramite la piattaforma proprietaria del gigante della musica in streaming, o in alternativa tramite il Google Play.
La fase di test è stata avviata da Google con spirito costruttivo, in quanto servirà non soltanto per valutare la fattibilità di sistemi di pagamento alternativi, ma anche ricevere preziosi spunti migliorativi da parte degli stessi sviluppatori, che potranno così diventare protagonisti del servizio.
Google Play Store: avviata la fase di test del programma User Choice Billing
I paesi in cui è stata attivata la fase di test pilota sono i seguenti: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica di Cipro, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.
Attenzione però perché per poter offrire sistemi di fatturazione alternativa, gli sviluppatori dovranno rispettare le seguenti condizioni:
- rispettare il Payment Card Industry Data Security Standard (PCI-DSS)
- fornire adeguata assistenza clienti agli utenti del sistema di fatturazione alternativo
- il sistema di fatturazione alternativo deve essere normato in maniera tale da prevedere una procedura per contestare le transazioni non autorizzate
- obbligo di avvisare Google in anticipo delle modifiche previste alle preferenze di registrazione dell’app
Aggiungiamo anche che, quando un consumatore sceglie di utilizzare un sistema di fatturazione alternativo, lo sviluppatore dovrà pagare una commissione ridotta del servizio ammontante al 4%.