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Google, il prossimo obiettivo è sfruttare gli smartphone per misurare il battito cardiaco

Published by
Pasquale Conte

Tra i piani futuri di Google, c’è quello di dar vita ad un sistema che permetta di misurare il battito cardiaco direttamente con gli smartphone

Le principali aziende che si occupano della produzione di smartphone stanno da tempo puntando sul monitoraggio della salute. Basti pensare ad Apple o a Samsung, ma anche a Google, Huawei, Xiaomi e così via. Ognuna di queste realtà dispone ormai di un’app specifica e pensata ad hoc per registrare i propri parametri vitali.

Stando a quanto emerso, tra i piani futuri di Google ci sarebbe la possibilità di misurare parametri vitali a livello scientifico con lo smartphone (Pixabay)

Si sta continuando a lavorare per superare i limiti attuali ed arrivare ad informazioni ancor più specifiche. A tal proposito, pare che Google stia lavorando per creare un sistema che permetta agli smartphone di misurare il battito cardiaco e il respiro.

Google e la diagnostica della salute: gli ultimi progetti

L’idea è quella di appoggiare lo smartphone al petto per la frequenza cardiaca e il respiro (Adobe Stock)

Con una nuova ricerca ancora in corso, Google sta cercando di capire se ci sarà la possibilità di misurare battito cardiaco e respiro di una persona direttamente con lo smartphone. L’idea sarebbe quella di posizionare il device sul petto, così da poter rilevare con precisione e certezza scientifica parametri vitali.

Se oggi sono necessari strumentazioni professionali, il futuro potrebbe essere sempre più domestico. Basti pensare all’auscultazione, ossia quella pratica medica che avviene grazie all’utilizzo dello stetoscopio. In questo senso, già Big G si è mossa con l’algoritmo AFib PPG per Fitbit. I risultati dei test hanno dimostrato come il sistema sia stato in grado di identificare la fibrillazione striale non diagnosticata il 98% delle volte.

In generale, la tematica della diagnostica domestica sta ottenendo sempre più attenzione. C’è per esempio il radar Soli del Nest Hub di seconda generazione, che ha come obiettivo quello di monitorare le fasi e la qualità del sonno.

Ma anche il Jacquard TAG, integrato nell’abbigliamento e che permette di monitorare ogni singolo movimento. Il tutto fa parte del progetto ATAP, pensato per il recupero dopo un intervento ortopedico.

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Pasquale Conte

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