In occasione di un evento organizzato ieri a Bruxelles il responsabile Google per l’Europa, Matt Brittin, ha annunciato che Google investirà 25 milioni di euro per l’istruzione digitale di almeno un milione di cittadini europei entro il 2016. Brittin afferma che l’obiettivo è quello di diventare un punto di riferimento per quanto riguarda il settore della formazione online e creare tool e piattaforme targate col suo nome a disposizione delle piccole e medie imprese.
All’appuntamento di ieri hanno partecipato più di 25 imprese europee, di cui tre italiane, ed hanno affrontato il tema delle opportunità che offre il digitale. Erano presenti Berto Salotti, azienda lombarda produttrice di divani, i produttori di divani in Brianza, Giorgio Isabella e Filippo Capitanio con “Lux Made In” due giovani che hanno creato start up per promuovere l’e-commerce ed infine Il Gergo, produttori di calzature delle Marche.
Le aziende intervenute hanno testimoniato in che modo gli strumenti offerti dal mondo on line abbiano aiutato significativamente e concretamente lo sviluppo delle loro aziende e l’incremento degli affari. L’incontro è stato un’opportunità per gli imprenditori intervenuti per confrontarsi con i rappresentanti della Commissione e del Parlamento Europeo riguardo alle politiche da attuare per garantire che la creazione e lo sviluppo di un mercato unico digitale in Europa possa andare avanti senza ostacoli.
Riferendosi alle competenze digitali degli europei, il manager poi spiega che ”l’Unione Europea prevede che 900 mila posti di lavoro rimarranno vacanti perché gli studenti mancano di capacità chiave. I politici europei devono spianare la strada per la costruzione di un mercato unico digitale che, come ha riconosciuto la Commissione europea, è fondamentale per la crescita. Infatti, potrebbe portare a un incremento del Pil in Europa del 4% entro il 2020 e produrre una crescita addizionale fino a 250 miliardi di euro”.
Brittin non ha fornito ulteriori informazioni sui corsi di formazioni, ma potrebbero essere simili a quelli che ha menzionato in Germania e Spagna ed ha affermato che la società si sta occupando delle esigenze economiche di queste nazioni tramite rapporti di collaborazione e attraverso strumenti tecnologici già sviluppati, come Weltweit Wachsen, un progetto che sta aiutando le imprese in Germania a svilupparsi online e come Actívate, programma di formazione digitale, che agevola i giovani in Spagna nella ricerca di lavoro incrementando le loro competenze.
Il responsabile Google per l’Europa con l’occasione ha anche accennato alla fusione tra le due aree di gestione in Europa, quella a nord-ovest e quella di sud-est, con la nuova sede operativa a Londra. Il Financial Times riporta che guidate da Brittin le due divisioni porteranno risposte in modo collaborativo alle tante domande poste dall’Europa, come ad esempio le regolamentazioni della privacy, la concorrenza sul mercato ed affronteranno le pressioni provenienti dai singoli governi.
Brittin che ha elogiato le aziende tecnologiche startup presenti in Europa, spiegando che stanno andando di pari passo con quelle americane. Il manager spiega che “Google ha oltre 9 mila dipendenti che lavorano in Europa, la maggior parte dei quali sono europei”. Egli prosegue: “Negli ultimi 4 anni abbiamo fatto investimenti di 4 miliardi di euro”.
Anche l’azienda Apple ha annunciato questa settimana la sua intenzione di investire circa 2 miliardi di dollari per costruire due Data Center in Europa.
Infatti, come abbiamo scritto in un nostro precedente articolo (“Apple crea energia pulita e posti di lavoro in Europa”), questi due centri saranno situati in Danimarca e Irlanda. L’azienda di Cupertino rende noto che sta sostenendo circa 672.000 posti di lavoro, di cui 530.000 connessi allo sviluppo di applicazioni iOS. La società impiega direttamente 18.300 dipendenti in 19 nazioni europee, con 2.000 nuovi posti di lavoro negli ultimi 12 mesi.
Il commissario europeo per l’economia e la società digitali, Guenther Oettinger, ha però messo in guardia l’Europa sul fatto che Google e Facebook stanno sfruttando scappatoie legali in Europa per raccogliere e vendere i dati personali degli utenti.
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