Google, un nome conosciuto in tutto il mondo e praticamente da tutti. Il motore di ricerca per internet più famoso e visitato al mondo, è stato sviluppato da Google LLC. Google Search tratta foto, newsgroup, notizie, mappe (Google Maps), e-mail (Gmail), shopping, traduzioni, video e altri programmi creati da Google. Sulla fondazione di Google esiste una storia curiosa che ha visto come protagonisti i due fondatori, Larry Page e Sergey Brin.
Google era un’iperbole che nel lontano 1996 lo studente Larry Page inventò per definire la capacità di organizzare la grande quantità di informazioni disponibili sul web; l’idea gli venne ispirandosi al termine inventato dal matematico statunitense Edward Kasner, che aveva partorito “Googol” per indicare un numero composto da 1 a 100 zeri. Inoltre, il verbo “to google” in Inglese significa “strabuzzare gli occhi”.
La versione più famosa narra che quando Larry Page si recò a registrare il marchio, si rese conto di non sapere come si scrivesse la parola “googol”, e scelse il nome che ancora oggi conosciamo come Google.
Google, multa da 160 milioni di dollari per concorrenza sleale
Dal momento dell’entrata nel mercato ad oggi, Google è diventato un colosso vero e proprio, il nostro punto di riferimento sotto tutti gli aspetti per quanto riguarda le ricerche e molte attività sul web.
Ma tra le moltissime vittorie, l’azienda leader sul web è stata multata, e la notizia è stata diffusa proprio in queste ore. Secondo i media, Google sarebbe stato sanzionato per una cifra di 160 milioni di dollari da parte della Competition Commission of India, l’Antitrust che ha rilevato che il colosso del web si trova in posizione di supremazia rispetto alla concorrenza nel mercato degli smartphone dello Stato indiano. Secondo l’ente, infatti, Google con le sue app sarebbe presente nella maggior parte degli smartphone con sistema operativo Android, attraverso le sue app preinstallate – Chrome, YouTube e PlayStore.
La Competition Commission of India, oltre ad individuare la condotta scorretta e inviato la multa a Google, ha anche invitato l’azienda a modificare quindi la sua condotta in questo senso. Non è la prima volta che Google si trova ad essere accusata di concorrenza sleale, lo prova la multa da 100 milioni da parte del Tar del Lazio per un abuso di posizione dominante legato all’app Enel X su Android Auto che il colosso non ha installato in automatico in Italia, favorendo così la propria app Google Maps. Secondo l’AGCM, l’azienda amercana “ha favorito la propria app Google Maps, che può essere utilizzata su Android Auto e consente servizi funzionali alla ricarica dei veicoli elettrici, attualmente limitati alla ricerca di colonnine di ricarica e alla navigazione ma che in futuro potrebbero comprendere altre funzionalità, per esempio la prenotazione e il pagamento”.