Google sta lavorando ad un nuovo modello di linguaggio per l’IA LaMDA, che impara a seguire le conversazioni in maniera più realistica e naturale piuttosto che rispondere solo ad una serie di query di ricerca.
Google ha rivelato in un interessante post di star lavorando ormai già da alcuni anni a LaMDA, un’IA dotata di un nuovo modello di linguaggio che potrebbe finalmente risolvere il problema della scarsa flessibilità comunicativa delle moderne forme di intelligenza artificiale. Si tratta di una tecnologia ancora in fasce e dalle applicazioni ancora incerte anche secondo il CEO Sundar Pichai, ma che promette un’innovazione davvero significativa.
Ogni conversazione ha il suo scopo, ma la natura aperta e flessibile della maggior parte delle interazioni umane fa sì che si cambi argomento, si torni su ciò di cui si è parlato precedentemente, e ci si adatti a contenti diversi in momenti diversi. In questo modo, le conversazioni cominciano da un “input” iniziale e, tramite una serie di collegamenti liberi e free-flowing, possono finire da tutt’altra parte.
Questa caratteristica ha sempre confuso e bloccato le IA come i moderni assistenti virtuali e gli altri chatbot, che tendono a seguire dei percorsi di conversazione pre-definiti, e si limitano ad eseguire comandi e fornire risposte pre-determinate. Invece di fermarsi davanti all’ostacolo di una domanda aperta, LaMDA è in grado di tenere conto degli argomenti trattati precedentemente nella conversazione, e non rispondere con il classico “Scusa, non ho capito” degli assistenti comunemente in uso.
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LaMDA, ovvero “Language Model for Dialogue Applications”, è in grado di impegnarsi in conversazioni libere e fluide su moltissimi argomenti, un’abilità rara anche tra le intelligenze artificiali di ultima generazione. Sviluppando questa capacità sarà possibile “sbloccare” la conversazione con la tecnologia dai limiti delle più semplici search query immesse dall’utente, ed interagire con l’IA in modo più naturale.
A differenza degli altri modelli di linguaggio, LaMDA è stato “addestrato” alla conversazione tramite dialogo piuttosto che con la sola lettura di frasi e paragrafi. Se un modello così costruito ed allenato riesce a leggere gruppi di parole, osservare la relazione tra di esse e predire quali potrebbero seguirle, LaMDA sa distinguere le sfaccettature che differenziano le conversazioni open-ended, aperte ed indeterminate.
La capacità che Google sta sviluppando è quindi quella di formulare una risposta sulla base della sua correlazione con l’intero contesto della conversazione: si tratta di una ricerca ambiziosa, ed un notevole passo avanti per il mondo del machine learning.
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