Google Maps si fa sempre più ecosostenibile: dopo gli itinerari “green”, arrivano anche le indicazioni sui luoghi dove riciclare i rifiuti.
Si è celebrata ieri la “Giornata mondiale della Terra“, occasione senz’altro propizia per ricordarci come siano necessarie attività e piccoli gesti quotidiani per salvaguardare il nostro pianeta dalla minaccia del riscaldamento globale. Un tema al quale non sembrano sottrarsi diverse aziende tecnologie, che nell’ultimo periodo hanno inaugurato alcune iniziative volte a ridurre lo spreco ed a preservare la salubrità dell’ambiente: Apple, ad esempio, ha deciso di far sparire caricabatterie e auricolari dalle confezioni di vendita dei nuovi dispositivi, e tale mossa ha già trovato i favori della concorrenza più gettonata (l’ultima, in ordine cronologico, dovrebbe essere Huawei, dopo le certezze Samsung e Xiaomi).
Anche Google è scesa in campo in battaglia e in quest’ottica non appare casuale – specie sotto il fronte temporale – il rilascio di una novità software congegnata per la sua applicazione maggiormente distintiva, ossia Maps. Mentre il web poneva sotto la lente d’ingrandimento il significato della Giornata della Terra, il gigante di Mountain View avviava in silenzio le manovre propedeutiche all’introduzione delle indicazioni per i centri di raccolta per i rifiuti riciclabili. Uno strumento che, nell’immaginario del sodalizio americano, dovrebbe render più facile la scoperta dei luoghi dedicati allo smaltimento dei materiali usati, con consequenziali benefici sia logistici che opportunistici.
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Margine di azione anche per gli utenti
Le novità messe in campo da Google chiamano all’appello anche i semplici consumatori e a confermarlo è il blog ufficiale del sodalizio statunitense: le aziende in possesso di un account verificato potranno infatti aggiungere in autonomia – attingendo per l’occasione al ventaglio di opzioni della piattaforma Google My Business – le informazioni sulla tipologia dei rifiuti riciclabili accettati (ad esempio, abbigliamento, elettronica, batteria, rifiuti pericolosi, vetro, plastica). Con riguardo alle aziende non dotate di account verificati, saranno invece gli utenti a completare i dettagli mancanti, con l’obiettivo di offrire ad altri consumatori una panoramica sui rifiuti in predicato di essere smarriti in un determinato luogo di raccolta.
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L’aggiunta – probabilmente destinata, almeno in questa prima fase, agli utenti americani – eleva dunque il tasso di sostenibilità di Google Maps, dopo la precedente novità legata agli itinerari: come spiegato in un precedente articolo, l’applicazione per la navigazione consiglierà infatti d’ora in avanti quei tragitti caratterizzati da un minor impatto ambientale.