Due possessori di Google Pixel segnalano gravi episodi di violazione della privacy: in tutt’e due i casi, gli smartphone sarebbero stati inviati al servizio di riparazione di Google tramite servizio postale
Dalle pubblicazioni online provenienti dagli Stati Uniti si stanno levando forti grida di sospetto attorno al servizio di riparazione tramite servizio postale degli smartphone Google Pixel nel Texas. Accuse gravissime, provenienti esclusivamente da alcune ricostruzioni di consumatori americani finiti al centro di disdicevoli episodi di abuso della privacy e della riservatezza personale. E stavolta non si tratta dei “soliti” attacchi phishing o di malware instradati sui dispositivi della vittima attraverso messaggi, comunicazioni od app malevoli.
Stando a quanto riportato da AndroidPolice, il quale cita espressamente anche un post a tema su Reddit, lo smartphone Pixel 5a della game designer Jane McGonigal sarebbe stato gravemente manomesso durante il procedimento di riparazione del device in garanzia. L’utente avrebbe infatti inviato, tramite servizio postale, il suo dispositivo a una struttura autorizzata di Google nel Texas, salvo poi scoprire che qualcuno avrebbe poi utilizzato lo smartphone per tentare l’accesso dentro gli account installati al suo interno (Gmail, Google Drive, Dropbox e altre email). Ma non solo, perché qualcuno avrebbe setacciato l’intero catalogo di foto personali ospitate dentro allo smartphone, nel tentativo di trovare contenuti intimi da poter utilizzare contro la vittima.
In un passaggio del post, la game designer afferma che gli hacker avrebbero anche eliminato le notifiche di sicurezza di Google nei vari account di posta elettronica di backup: un passaggio tutto sommato anche scontato, stante la necessità di cancellare eventuali tracce di possibili manomissioni esterne.
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Le dichiarazioni di Google
Yeah, don’t send your Google phone in for warranty repair/replacement. As has happened with others, last night someone used it to log into my gmail, Drive, photos backup email account, dropbox, and I can see from activity logs they opened a bunch of selfies hoping to find nudes
— Jane McGonigal (@avantgame) December 4, 2021
Il grido d’allarme lanciato dall’utente non sarebbe ad ogni modo isolato. Come riportato infatti dalla stessa fonte statunitense, ci sarebbe un altro caso relativo alla medesima struttura nel Texas. Nel secondo accadimento, gli hacker sarebbero addirittura arrivati al punto di accedere all’account PayPal dell’utente, effettuando un trasferimento di una somma risibile (appena cinque dollari).
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In una dichiarazione ufficiale rilasciata a The Verge, il portavoce di Google Alex Moriconi ha affermato che sono in corso alcune indagini interne volte a far chiarezza sull’accaduto. Non è ancora chiaro se il dispositivo sia stato intercettato da malintenzionati all’interno della stessa struttura di riparazione del Texas, oppure mentre era in transito.