Sul fronte tasse, ottime notizie per Google che se la cava con una pressione fiscale media del 22% per un totale di circa 5 miliardi di dollari, dei quali 3 attualizzati e 2 differiti.
Il fatturato di Google collegato al mercato pubblicitario, sale a quota 17,2 miliardi di dollari che come anticipato, sono cresciuti dell’11%.
Analizzando la composizione delle varie componenti, vediamo che Google Adwords ha generato 12,4 miliardi di dollari, in crescita del 13% rispetto allo scorso anno.
Su questa voce incide la crescita del costo del singolo click pari al 16%.
Il network partner di Google ha generato un totale di 3.6 miliardi di dollari, con un costo per click aumentato in media del 3%.
In termini di remunerazione ai partner, Google ha garantito un totale di 3.2 miliardi di dollari pari al 23% dei ricavi pubblicitari complessivi totali ma il 67% di quanto generato grazie ai partner.
Negli ultimi trimestrali di Google, la componente Mobile cosi come l’apporto di Youtube erano spesso stati inseriti nei punti deboli della società americana, che secondo diversi analisti si era trovata impreparata alla conversione dei ricavi da Desktop a Mobile mentre Youtube era considerato un asset terribilmente in perdita.
L’ultimo trimestrale, invece, ha stupito tutti con numeri sopra le attese grazie alle ottime performance recuperate proprio sui canali video di Youtube e la pubblicità Mobile. Erano almeno 3 anni che Google aveva abituato mercati e analisti a numeri consuntivi inferiori alle aspettative, per quanto comunque i numeri siano stati sempre ampiamente positivi in termini assoluti.
Il fatturato del secontro trimestre 2015, si attesta a 17,7 miliardi di dollari con un utile operativo, al lordo della tasse, di ben 3.9 miliardi di dollari.
Con questa performance e il balzo in avanti del titolo sul Nasdaq (+3.5% ma con picco dell’11%), Google sorpassa nuovamente Microsoft in termini di capitalizzazione sul mercato. Il valore di Google, ad oggi, è pari a 371 miliardi e posiziona la società al secondo posto subito dietro all’inarrivabile Apple, valutata circa 730 miliardi. Microsoft resta al terzo posto con 370 miliardi, ma dovrebbe aumentare nei prossimi periodi dopo il lancio commerciale di Windows 10 che ha tutte le carte in regola per regalare grandi soddisfazioni in casa Redmond.
Diversamemente però da Apple, Google può contare sul fatto che non genera profitti rilevanti in ambito hardware ma si occupa quasi esclusivamente di software e intermediazione pubbicitaria. Un vantaggio molto rilevante.
Il fatturato ha mostrato una crescita pari all’11% rispetto allo stesso trimestre del 2014, potendo beneficiare di una raccolta pubblicitaria in forte crescita che ha evidenziato un aumento del 40%, soprattutto sui prodotti Mobile e Video.
I costi operativi sono cresciuti meno dei ricavi, assestandosi a 6.32 miliardi, in gran parte dovuti al personale. L’organico di Google è cresciuto di ben 8500 unità rispetto allo scorso anno.
Di recente, Google aveva annunciato la volontà di iniziare a ridurre le assunzioni per contenere i costi e avviare una sorta di ristrutturazione del personale. Diversamente da altri colossi, Google non ha mai effettuato ristrutturazioni massive di personale, preferendo invece gestire i flussi internamente e spostando il personale sui diversi progetti man mano che questi venivano chiusi o ampliati.
La ricerca e sviluppo ha impiegato circa 2.78 miliardi di dollari di investimenti, con una leggera crescita rispetto agli ultimi periodi, soprattutto perchè la società ha ampliato le proprie aspettative su diversi fronti, domotica inclusa.
La liquidità di Google è cresciuta a quota 70 miliardi di dollari, merito ovviamente dei margini elevati di gestione e soprattutto al fatto di non avere immobilizzazioni materiali di rilievo.
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