«Programma il futuro» è un’idea nata dalla collaborazione tra Miur e Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica (Cini), che hanno aderito all’iniziativa Code.org, un progetto che proviene dagli Stati Uniti e che ha raggiunto fino ad oggi 96 Paesi, coinvolgendo nel 2013 40 milioni di studenti e insegnanti in tutto il mondo.
Il programma italiano è iniziato a settembre dello scorso anno ed aveva come obiettivo quello di portare la programmazione informatica (Coding) nelle scuole. Al programma hanno partecipato più di 2000 scuole, per un totale di 16.500 classi, paro a 300 mila studenti, di cui il 55% facente parte della scuola primaria, il 27% della secondaria di primo grado ed il 15% della secondaria di secondo grado.
Il Coding, pur essendo sempre più richiesta dal mercato del lavoro, è una materia che attualmente non fa parte del programma delle nostre scuole; infatti l’Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico prevede che nel 2020 in Europa mancheranno 900mila esperti di Itc.
Miur e Cini hanno portato nelle scuole una serie di lezioni e strumenti divertenti ed accessibili anche ai più piccoli, che erano a disposizione degli allievi sul sito www.programmailfuturo.it con l’obiettivo di iniziare gli studenti ai concetti base dell’informatica.
Partner del progetto la Telecom che ha messo a disposizione dell’iniziativa 400 «tutor» e le associazioni nazionali di categoria Confindustria Digitale e Iab Italia (Internet Advertising Bureau Italia).
Per le scuole che hanno partecipato al programma sono state messe a disposizione lavagne, libri, sistemi digitali e dispositivi.
Il ministro Giannini ha affermato che l’alfabetizzazione digitale dovrebbe caratterizzare il nostro secolo allo stesso modo in cui l’alfabetizzazione di massa ha caratterizzato il Novecento. Purtroppo, il programma è solo un «assaggio» di quello che sarebbe necessario per possedere le competenze base e prevede solo un percorso base costituito da una sola “Ora del Codice” ed un’ora di avviamento al pensiero computazionale e successivamente un eventuale altro percorso, più approfondito, di 10 lezioni.
Giannini ha poi spiegato che “è necessario che i ragazzi si convertano dall’essere semplici consumatori di tecnologia a persone in grado di applicare il pensiero logico per capire, controllare, sviluppare contenuti e metodi per risolvere i problemi e cogliere le opportunità che la società è già oggi in grado di offrire” ed ha manifestato “grande soddisfazione” per l’entusiasmo con cui le scuole hanno aderito al progetto. Infatti l’obiettivo per l’anno scolastico 2015/16 è quello di triplicare la partecipazione.
Giannini prosegue spiegando che “il piano che potrà beneficiare, oltre ai fondi del ddl scuola (90 milioni per l’anno in corso e 30 milioni a regime), di fondi strutturali di 1 miliardo di euro su una programmazione di sette anni. I punti chiave sono 3: il primo riguarda la formazione degli insegnanti, tanto da immaginare che ogni scuola abbia ‘un animatore digitale’, responsabile tecnicamente e culturalmente del piano nazionale digitale in quell’istituto scolastico; il secondo prevede di fornire competenze agli studenti fin dalla scuola primaria ed il terzo punto concerne la messa a punto di laboratori interni alle scuole”.
Il Miur ha dichiarato che in 3 scuole su 4 gli studenti hanno partecipato all’«Ora di Coding» in modo uniforme e che le Regioni Lombardia, Puglia e Campania sono state le più coinvolte nell’aderire all’iniziativa. Inoltre questa materia interessa a tutti i docenti e non solo agli insegnanti di informatica e matematica; infatti hanno espresso il proprio interesse docenti di lettere (28%), di scienze (22%), di storia (12%) e di arte (6%).
Oltre all’iniziativa del Miur hanno avuto un certo successo anche altri progetti, come la campagna europea “Code for kids”, ideata da Reply, una multinazionale italiana specializzata in soluzioni digitali, o l’evento “CodingGirls Roma-Usa”, che si è svolto lo scorso anno a Roma, allo scopo di accendere l’interesse delle studentesse alla programmazione informatica ed anche il mega progetto Samsung «Smart Coding», pensato per bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie, col quale vengono inviati i propri formatori nelle scuole con l’obiettivo di avviare al pensiero digitale sia gli allievi che i docenti che, dopo essersi formati con l’ausilio di particolari schede-attività, sono in grado di elaborare progetti e possono partecipare a un concorso organizzato da Samsung.
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