Se Google ha deciso di bloccare provvisoriamente le posizioni inviate dagli utenti all’interno dei confini di Russia, Ucraina e Bielorussia, sospendendo temporaneamente bloccando anche la pubblicazione di nuove modifiche all’indomani dell’invasione di Putin dell’Ucraina, Apple va oltre.
Tim Cook e il colosso di Cupertino ha annunciato che smetterà di vendere i prodotti griffati dalla mela più famosa al mondo, nell’attuale Unione Sovietica. Una scelta forte, con tanto di parole forti usate da un Apple “profondamente preoccupata” per l’invasione russa e che, in risposta, ha “messo in pausa tutte le vendite di prodotti” nel paese. Non solo.
Apple ha anche affermato di essersi mossa per limitare l’accesso ai servizi digitali, come Apple Pay, all’interno della Russia, e ha limitato la disponibilità delle applicazioni dei media statali russi al di fuori del paese. “La scorsa settimana abbiamo interrotto tutte le esportazioni nel nostro canale di vendita nel paese – si legge nella nota ufficiale proveniente da Cupertino – Apple Pay e altri servizi sono stati limitati. RT News e Sputnik News (siti d’informazione russa legati al governo, il primo già attaccato da Anonymous, ndr) non sono più disponibili per il download dall’App Store al di fuori della Russia“.
Google, Facebook e Twitter. Ora anche Apple: tutti contro Putin
L’affondo di Apple è di quelli rilevanti, proprio come Google, anche se dall’Ucraina si aspettano nei prossimi giorni un ulteriore giro di vita: “Abbiamo disabilitato sia il traffico che gli incidenti dal vivo in Apple Maps in Ucraina – continua la nota della Big Tech californiana – come misura di sicurezza e precauzione”.
La decisione di Apple arriva quando le aziende tecnologiche hanno dovuto affrontare una crescente pressione dell’opinione pubblica per agire contro la Russia, all’indomani dell’entrata alle porte di Kiev. Il governo ucraino la scorsa settimana aveva chiesto ad Apple di smettere di offrire il suo app store in Russia, ma alcuni esperti di sicurezza e democrazia ci erano andati coi piedi di piombo, sostenendo che una simile presa di posizione avrebbe potuto danneggiare gli utenti russi (non pochi) che stanno protestando contro il Cremlino e che si affidano agli strumenti occidentali per organizzare la loro vita.
Facebook, YouTube e Twitter fra i primi a muoversi contro Putin: hanno tutti iniziato a reprimere i contenuti condivisi dai media russi, a causa dell’intensificarsi delle pressioni dei funzionari europei affinché agissero contro la propaganda filo-russa. Perfino Netflix è scesa in campo, rifiutandosi di trasmettere i suoi canali televisivi di stato russi nel paese.
Tutti contro Putin, dunque. Dopo la notizia della decisione presa da Apple, il ministro ucraino per la trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, ha twittato che il CEO di Apple Tim Cook dovrebbe “finire il lavoro” e ha nuovamente esortato la società a “bloccare” l’accesso al suo App Store in Russia.