Hacker molto pericolosi in azione anche in Italia. Sono migliaia i cittadini che sono, per un attacco, finiti nel mirino. i dati ora sono in pericolo e alla mercé dei criminali. Come è potuto accadere?
La nostra quotidianità è sempre più legata a quello che possiamo fare attraverso il cellulare, oppure il tablet o ancora il PC. Con le nuove tecnologie, per esempio, possiamo tranquillamente dimenticare a casa buona parte di quello che c’è nel portafoglio: a partire dai soldi, passando per i documenti di riconoscimento e fino a tutte le carte sconto e badge per accedere all’ufficio.
Tutta questa tecnologia, però, nonostante la comodità, può essere anche difficile da gestire perché più tecnologia si inserisce, più occorre che ci siano sistemi di sicurezza ottimali in campo. Se questo non succede, il rischio è quello di consegnarsi ai criminali informatici che quotidianamente cercano ogni modo per portare avanti le loro truffe, andando a guardare a quei siti e a quei servizi che non hanno i sistemi di sicurezza più complicati e che permettono quindi la cosiddetta esfiltrazione dei dati.
Purtroppo questo è quello che è successo e i dati di migliaia di utenti sono ora in mano a un gruppo di criminali. Com’è potuto accadere?
Uno dei modi in cui i truffatori e gli hacker fanno soldi è rivendendo oppure riutilizzando i dati delle vittime poco accorte che lasciano in bella vista tutti i propri dettagli, a partire da quelli personali fino a quelli bancari che sono prede ghiotte.
Stavolta a cadere nel mirino dei criminali informatici è il servizio di pagamento di Mooney, che fornisce l’infrastruttura per i pagamenti contactless e digitali di diversi servizi di autotrasporto locali in tutta Italia. È stato infatti a partire da una segnalazione della stessa società, inviata all’Azienda Trasporti Milanesi riguardo a una breccia in un centro per la raccolta dei dati, a far scattare l’allarme.
Quello che Mooney ha sottolineato è che, anche se sono stati compromessi i database e che quindi effettivamente questo gruppo di hacker è riuscito a mettere le mani su diversi dati di moltissimi clienti, non solo a Milano ma anche per esempio in Abruzzo, in Campania e nel Veneto, non sono riusciti a recuperare i dati bancari, gli indirizzi degli utenti e le loro credenziali di accesso.
Paradossalmente, però, questo non è qualcosa che dovrebbe consolarci, perché i criminali sono in cerca di questi dati, come dicevamo prima, perché poi li usano per portare avanti altre truffe. Non fatichiamo a immaginare infatti che gli utenti di cui sono stati raccolti i dati cominceranno ora a ricevere email, messaggi tramite WhatsApp e telefonate che tenteranno in tutti i modi di estorcere loro quei dati che invece mancano e che sono quelli che aprono al conto in banca.
Una storia, questa degli hacker a caccia di dati in Italia, che ci ricorda che non dobbiamo mai abbassare la guardia e che occorre comunque esercitare una buona dose di scetticismo quando poi qualcuno cerca di entrare in contatto con noi.
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