ho. Mobile sta effettuando un aggiornamento sulle schede SIM di alcuni utenti. Nessun attacco hacker all’orizzonte, bensì un potenziamento ulteriore della sicurezza sui dati personali.
ho. Mobile alza un muro contro nuovi possibili attacchi hacker. L’operatore virtuale di proprietà di Vodafone ha infatti ufficializzato l’esecuzione di alcuni accorgimenti atti a migliorare la sicurezza dei dati personali dei consumatori. Emblematico, in questo senso, il messaggio informativo che il gestore sta inoltrando ad alcuni suoi clienti, a completamento di un aggiornamento sulle SIM già in corso di ultimazione lato server. In buona sostanza, ogni utente sarà chiamato a spegnere e riaccendere il proprio smartphone una volta ricevuto il prezioso SMS, operazione per l’appunto necessaria per dare effettività alle modifiche disposte da ho. Mobile.
Tale mossa non dev’essere intesa come mera conseguenza di un nuovo attacco hacker, bensì come accorgimento ulteriore nell’ottica di una maggiore sicurezza dei dati personali dei clienti. Un fattore, se vogliamo, in stretta linea di continuità con quanto compiuto dal gestore virtuale nel corso delle ultime settimane: vale la pena ricordare, in questo senso, il cambio automatico del codice seriale delle SIM dei consumatori coinvolti dal furto dati dello scorso dicembre.
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Il furto dati dello scorso dicembre
Il recente aggiornamento alle SIM disposto dall’operatore virtuale di Vodafone mette dunque un definitivo punto sulla grave vicenda in materia di sicurezza subìta dal sodalizio di VEI. Come riportato a più riprese, un attacco hacker ufficializzato negli ultimi scampoli del 2020 avrebbe carpito i dati sensibili di oltre due milioni di clienti ho. Mobile, peraltro messi in vendita sul Dark Web in attesa di possibili interessati.
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Tra le informazioni prelevate figurano soprattutto il codice fiscale dell’intestatario della SIM, le generalità della persona e lo stesso numero telefonico, che avrebbe potuto essere utilizzato dall’hacker di turno per accedere ai servizi di home banking, aggirando consequenzialmente – grazie anche al possesso del codice seriale dalla scheda telefonica – l’autenticazione a due fattori.