In settimana un tribunale ha confermato il divieto al colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei Technologies di vendere apparecchiature 5G in Svezia. L’autorità di regolamentazione scandinava, Post and Telecom Authority, ha bandito il colosso di Shenzhen, insieme alla controparte cinese ZTE dalla rete a ottobre, a causa di problemi di sicurezza su raccomandazione dei servizi di intelligence.
Huawei ha perso il suo appello iniziale a dicembre. “La sicurezza della Svezia è di grande importanza e il tribunale amministrativo ha tenuto conto del fatto che solo la polizia di sicurezza e le forze armate insieme hanno un quadro generale della situazione della sicurezza e della minaccia per la Svezia” così la nota del tribunale.
Un bel problema per Huawei. Il colosso cinese, che non sta passando certo un 2021 all’altezza della situazione ha fatto sapere di voler valutare altre opzioni. “Ci aspettavamo questa sentenza, ma il tribunale – sottolinea Kenneth Fredriksen, vicepresidente esecutivo di Huawei, Europa centro-orientale e regione nordica, in uno stralcio di un’intervista alla Reuters – ha portato le sue conclusioni sostanzialmente sulle ipotesi fatte da SAPO. Noi, comunque, continueremo a lottare per il nostro diritto di far parte del mercato svedese”.
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I governi europei, dal canto loro, hanno rafforzato i controlli sulle aziende cinesi che costruiscono reti 5G a seguito delle pressioni diplomatiche di Washington, secondo cui le apparecchiature Huawei potrebbero essere utilizzate da Pechino per lo spionaggio. Huawei ha ripetutamente negato di essere un rischio per la sicurezza nazionale.
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Prima della Svezia, era stata la Romania a impedire a Huawei di partecipare allo sviluppo delle sue reti di telecomunicazioni 5G nel paese. I problemi di Huawei non solo hanno aiutato aziende come Nokia ed Ericsson a conquistare quote di mercato in Europa.
Samsung Electronics ha fatto il suo ingresso nel Vecchio Continente firmando il gruppo di telecomunicazioni britannico Vodafone come cliente per la fornitura di apparecchiature di rete 5G. Tutto ciò a Pechino non può stare bene, da qui i timori per una sua reazione.
Un portavoce di Ericsson ha affermato che la decisione del PTS, ora confermata dal tribunale, “potrebbe avere un impatto negativo sugli interessi economici della Svezia e dell’industria svedese, compresi quelli di Ericsson”. La multinazionale scandinava, operante in 180 paesi nella fornitura di tecnologie e servizi di comunicazione, software e infrastrutture in ambito, ottiene circa il 10% delle sue entrate dalla Cina e per questo ha espresso preoccupazione per il divieto di Huawei, segnalando il forte rischio di perdere quote di mercato in terra asiatica.
SAPO per il momento, sceglie la via del silenzio: un suo rappresentante ha rifiutato di commentare, rivolgendosi a PTS, la quale ha già fatto sapere di dover ancora analizzare la sentenza prima di rilasciare qualsiasi commento.
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