Il dirompente arrivo della quinta generazione della telefonia mobile con una significativa evoluzione e quella distribuzione nel 2019, nel 2021 è diventato un punto focale della sviluppo della tecnologia italiana. E non solo. Huawei si mette al servizio del 5G.
Il colosso cinese impegnato nello sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti, di sistemi e di soluzioni di rete e telecomunicazioni, creato nell’ormai lontano 1987 da Zen Zhengfei, ha inaugurato a Roma il suo Cyber Security Transparency Centre, che si aggiunge a quelli già operativi di Banbury (in Inghilterra, rinomata per per una cake da urlo), Bonn, Bruxelles, Dubai, Toronto e Dongguan, nella provincia del Guangdong, “a due passi” da Casa Huawei.
Il Cyber Security Transparency Centre, annunciato ufficialmente lo scorso settembre, è già disponibile e operativo presso in un’area dedicata protetta dalle più sofisticate misure di sicurezza, a Via Laurentina, Roma Sud.
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Le motivazione della decisione presa da tempo da Huawei di puntare sulla Capitale e i suoi scopi ben precisi sono stati spiegati da John Suffolk, Huawei Global Cyber Security and Privacy Officer, e Luigi De Vecchis, Presidente di Huawei Italia, nel corso della presentazione, a cui ha partecipato, naturalmente, anche Virginia Raggi, in compagnia di Massimo Bugani, capostaff della Sindaca di Roma.
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Huawei ha spiegato che il Centro fornisce ad agenzie governative, tecnici esperti, associazioni di settore ed enti di standardizzazione, una piattaforma per comunicazioni di sicurezza, collaborazione e innovazione sugli standard di sicurezza e i meccanismi di verifica, consentendo ai clienti di eseguire verifiche di sicurezza e testare le apparecchiature del colosso cinese.
“In una serie di leggi nazionali per alzare il livello di fiducia nella tecnologia che migliora la vita dei cittadini ed é quello che noi dobbiamo mettere alla base”. John Suffolk sottolinea che “noi abbiamo standard molto più alti ma, invece di avere una armonizzazione degli standard” fra i vari Paesi ed i vari player, “ognuno vuole fare a modo proprio, e così abbiamo una frammentazione degli standard. Più certificazioni ma non per questo migliori: é un problema Est-Ovest del mondo“. Il manager di Huawei ha inoltre confermato che il 5G coprirà metà della Cina nei prossimi cinque anni.
“La sicurezza dei dati sensibili e la resilienza alla violazione delle reti è parte integrante degli impegni di Huawei”. Luigi De Vecchis aggiunge: “Gli investimenti dedicati ne sono la testimonianza più evidente – la digitalizzazione dell’economia e le tecnologie che la favoriscono quali Ai, il largo impiego di IoT, Cloud, Realtà Virtuale e non da ultimo l’Edge Computing, rappresentano da una parte una grossa opportunità per la crescita dell’economia, e dall’altra espongono ad alto rischio le infrastrutture sensibili del Paese“.
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