Apple ha pensato per un attimo di tuffarsi nel cloud gaming, sfidando la rivale Google Stadia e completando il quadro già delineato con l’attuale Apple Arcade. Cosa avrà fatto cambiare idea?
Il settore dei videogiochi è piuttosto in fermento, grazie anche al particolarismo del cosiddetto cloud gaming. Una rivoluzione, quest’ultima, emblematicamente rappresentata da servizi come Microsoft Cloud Gaming, Nvidia GeForce Now e Google Stadia, per quanto ancora tutta da perfezionare e con il fisiologico scetticismo di alcuni gamer più incalliti.
La strada sembra comunque tracciata: i videogiochi del futuro richiederanno soltanto una connessione Internet e quanto basta – come un controller esterno o il display di uno smartphone – per godersi appieno titoli di successo; a differenza di quanto accade attualmente, l’hardware non avrà alcun ruolo preponderante per una migliore fruibilità dei giochi, in ragione del fatto che tutto ruoterà attorno al software e, in particolare, al cloud.
Se guardiamo i nomi coinvolti nel progetto (per qualcuno assunto come rivoluzionario) del cloud gaming, colpisce soprattutto l’assenza di Apple. E lo fa considerando anche il ruolo assunto da Google con il suo Stadia e l’interesse del gigante di Cupertino verso il settore dei videogiochi, emblematicamente scolpito dal servizio di abbonamento proprietario Apple Arcade.
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Apple stuzzicata dal cloud gaming, ma solo per un attimo
Eppure, il giornalista americano Mark Gurman ha voluto condividere nelle scorse ore una vera e propria notizia di spessore: a un certo punto, Apple avrebbe accarezzato l’idea di lanciare un proprio servizio cloud gaming da completare al suo Apple Arcade, che ricordiamo essere basato sulla meccanica classica improntata sul download dei titoli videoludici tramite App Store. Idea cestinata successivamente per non meglio precisate motivazioni, evidentemente anche commerciali oppure strategiche.
Cos’è cambiato da allora? La fonte non lo precisa, ma resta senz’altro interessante scoprire che Apple abbia discusso internamente in ordine alla possibilità di lanciare l’assalto al cloud gaming. Ci sarà un ripensamento? Difficile dirlo, e il sentore è che tutto resti in qualche modo legato alla diffusione e al successo dei servizi di gioco basati su cloud.
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Nel frattempo, anche Netflix è voluta entrare a gamba “tesa” nel particolare settore, convinta non soltanto delle potenzialità, ma anche dei risvolti profittevoli.