Tra 7-8 anni in casa nostra potrebbe esserci un nuovo elettrodomestico, ma a differenza di quelli tradizionali, questo avrà la caratteristica di essere animato e morbido. Sarà infatti un assistente personale molto intelligente, in grado di aiutare nelle attività quotidiane e che ricorda il protagonista del film “Big Hero 6”, infermiere tuttofare che si trasforma in amico.
Ha annunciato il progetto l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, infatti pare che entro il 2022 i primi robot di questo genere potrebbero essere già disponibili sul mercato, mentre un prototipo potrebbe già essere mostrato entro il 2016.
I robot di cui si parla sono elettrodomestici molto particolari, hanno un aspetto rassicurante, sono simpatici come un cartone animato e forse anche economici, ma più avanti
L’idea è partita da “iCub”, un robot prodotto sempre dall’Istituto italiano di Tecnologia di Genova, la cui altezza è di 104 cm e che pesa 22 kg e che ricorda, per la sua estetica e per le sue funzionalità, un bambino di circa tre anni.
iCub viene sviluppato in collaborazione con l’azienda RobotCub Consortium, una società costituita da alcune università europee con l’obiettivo di studiare la cognizione, tramite la messa a punto di algoritmi giustificati dalla scienza della biologia. Il progetto è open-source sia per il software, che è disponibile gratuitamente e non codificato, sia per la macchina, che è stata descritta in modo approfondito nelle sue componenti, con pezzi ch possono essere reperibili sul mercato.
Giorgio Metta, direttore della iCub Facility dell’Iit, spiega: «Il robot che siamo progettando può essere considerato il fratello meno costoso di iCub. Il progetto non ha ancora un nome, ma strada e obiettivi sono ben definiti: entro un anno contiamo di avere il prototipo, poi sarà la volta della fase industriale, che fra 7-8 anni potrebbe portare i robot nelle case».
In effetti questi nuovi elettrodomestici inizialmente non saranno molto economici, poiché il costo potrebbe avvicinarsi a quello di un’auto di piccola cilindrata, ma il manager spiega che l’obiettivo dell’azienda è quello di aumentarne le prestazioni e di ridurre il costo nel tempo “ripercorrendo quanto è accaduto con i telefonini”.
Proprio per questo i robot non saranno costruiti in metallo, come in precedenza, preché sarebbero troppo pesanti e costosi, ma impiegando materiali nuovi, sottili e resistenti, come le plastiche rinforzate col grafene, che saranno presto utilizzate nel settore motociclistico per costruire caschi robusti ma più sottili. Infatti la plastica rinforzata oltre a ridurre i costi dei nostri robot tuttofare, li renderà anche più “morbidi e rassicuranti”, cosa indispensabile se la loro funzione dovrà essere quella di assistenti presso le case, gli ospedali o nei luoghi pubblici.
Secondo Giorgio Metta l’aspetto dei robot “è fondamentale: al momento stiamo lavorando su diversi scenari. Di sicuro dovrà essere antropomorfo e progettato per interagire con l’uomo,sicuramente avrà le mani. Potrebbe essere una sorta di personaggio da cartone animato”.
I nuovi assistenti elettronici dovranno inoltre essere costruiti con materiali riciclabili, quindi eco-compatibili e dovranno funzionare alimentati da batterie più economiche che al momento sono in studio. Se il metanolo risultasse un buona soluzione, i robot potrebbero alimentarsi “bevendo”, cioè ricaricati introducendo il liquido nel serbatoio.
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