La decisione del governo Trump di contrastare la crescente importanza del mercato manifatturiero asiatico avrà ripercussioni importanti sui prezzi di moltissimi prodotti, compresi gli iPhone che potrebbero diventare un bene di lusso.
Sin dai proclami in campagna elettorale, la questione dazi ha fatto storcere il naso e fatto preoccupare il mondo intero. L’applicazione di dazi doganali ai prodotti importati negli Stati Uniti è un danno chiaramente per le aziende extra USA, poiché impone a queste innanzitutto di pagare un costo elevato per immettere nel mercato americano i propri prodotti e in secondo luogo obbliga ad alzare i prezzi di vendita per non perdere profitto sulla vendita.
Dal punto di vista di Trump e della sua amministrazione, questa mossa è tesa a sfavorire i prodotti e le aziende estere e a spingere i consumatori americani a preferire ciò che viene prodotto localmente, sostenendo in questo modo l’economia interna. L’effetto secondario di questa politica è che anche le maggior aziende interne potrebbero pagare lo scotto.
Tantissime multinazionali con sede negli USA, infatti, hanno delocalizzato la produzione in Paesi del “Terzo mondo” al fine di massimizzare la produzione abbassando i costi di produzione. Non solo la produzione in Asia e Messico costa meno, ma delocalizzare permette anche di pagare meno tasse e stipendi decisamente più bassi.
Se questo guadagno viene vanificato dai dazi imposti per i prodotti importati, appare logico che le aziende americane si vedano costrette a rilocalizzare la produzione negli USA, il che crea posti di lavoro per gli americani e aumenta i profitti dello stato derivanti dalle tasse, ma non è detto che sia benefico per le casse delle aziende e per l’economia interna statunitense.
L’effetto dei dazi su Apple: gli iPhone potrebbero costare oltre 3mila euro?
Prendiamo ad esempio Apple, azienda che fino a qualche settimana fa comandava la classifica mondiale per guadagni e valore commerciale. Il primo effetto della politica restrittiva di Trump è stato fare perdere il primato in borsa all’azienda di Cupertino, poiché la prospettiva di maggiori spese di produzione e minori profitti ha generato un terremoto a Wall Street, facendo perdere ad Apple la bellezza di 700 miliardi di capitalizzazione.
Il presidente USA si è detto sicuro che Apple possa spostare interamente la sua produzione negli Stati Uniti, ma questa visione è davvero applicabile? Stando a quanto dichiarato da Dan Ives, responsabile globale della ricerca tecnologica presso la società di servizi finanziari Wedbush Securities, alla CNN si tratterebbe di pura “fantasia”.
Secondo l’esperto, infatti, portare la produzione degli iPhone in America avrebbe come ripercussione un aumento di prezzo considerevole, addirittura tre volte superiore a quello attuale: “Se si costruisce questa (catena di approvvigionamento) negli Stati Uniti con una fabbrica in West Virginia e nel New Jersey, si tratterebbe di iPhone da 3.500 dollari”.
Lo stesso Ives ha spiegato che il solo spostare il 10% della catena di approvvigionamento di Apple costerebbe 30 miliardi in 3 anni. Se a questa spesa obbligatoria si somma la perdita economica derivante dal prodotto di punta che triplica il prezzo si capisce che danno enorme potrebbe subire Apple a causa dei dazi.