Il display a tre dimensioni necessario per AppleWatch e gli altri smartwach

Secondo molti ricercatori i dispositivi indossabili potrebbero essere un’opportunità di sviluppo per il display a tre dimensioni; ne avranno bisogno per sfruttare le piccole dimensioni del display.

Secondo i ricercatori  i dispositivi indossabili potrebbero essere un’opportunità di innovazione per quanto riguarda il display a tre dimensioni. Anche i videogiochi saranno uno sbocco naturale, mentre per il wearable ce ne sarà bisogno per sfruttare le piccole dimensioni del display.

 Synaptic, azienda di Santa Clara nata nel 1986 e che  ha contribuito alla sua diffusione, al touchpad ci lavora da tanto tempo.  L’azienda californiana verso la fine del 2013 ha messo a punto un touchpad sul notebook HP EliteBook 1040 che era in grado di rilevare la pressione del dito, senza ricorrere a  clickpad e mouse.  Inoltre all’ultimo Ces di Las Vegas Synaptics ha presentato il prototipo Torchio, che permette una gestione intelligente  dell’infotaiment presente in auto, grazie a un tappettino touch capace di rilevare contatti multipli allo stesso tempo.

Insomma, sembra che il tempo sia arrivato; infatti la Apple ha appena  introdotto il Force Touch sull’Apple Watch e sui nuovi MacBook. Sotto la superficie capacitiva in vetro dei dispositivi Apple sono presenti due sensori che rilevano l’entità della pressione con diversi risultati: premendo più forte, ad esempio, è possibile accelerare la velocità di riproduzione di un video iMovie; si può aprire su un link un pop up con l’anteprima della pagina, oppure è possibile ingrandire le mappe, ecc.

Ma considerata la piccola superficie del display del Watch, è necessario un nuovo input. I sensori dell’Apple Watch riescono a distinguere una pressione lieve da una più forte, ma consentono l’accesso ad un numero inferiore di comandi rispetto ai MacBook. Però Apple è sicura che le funzioni potranno aumentare presto di numero grazie al lavoro degli sviluppatori.

Alessandro Levi, Ceo e fondatore di Sem Plus, afferma che c’è un aumento di attenzione da parte degli utenti. Levi spiega: “in questi giorni ho ricevuto diverse telefonate e mail, spero che questo si traduca in una ulteriore crescita di interesse nei confronti della nostra tecnologia».

Sem Plus è una startup italiana che si è trasferita a Silicon Valley da circa due anni per sviluppare uno schermo touch flessibile in plastica ed in grado di rilevare differenti livelli di pressione fino a 10 punti di contatto contemporaneamente, molto più di quanto attualmente sia possibile, poiché il risultato non arriva con i sensori ma per le nuove capacità del display in via di sviluppo. L’idea è che i comandi siano capaci di rilevare non solo la pressione, ma anche la sua intensità dando risultati conseguenti, cercando di fare scacco matto al mouse e al suo tasto destro.

Sem Plus è nata nei laboratori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’IIT di Genova e ha vinto l’Intel Business Challenge nel 2013.La Sem Plus è riuscita a raccogliere i   finanziamenti dopo un periodo di crescita protetta presso Plug & Play Center, azienda situata a Sunnyvale. Plug & Play è un acceleratore internazionale specializzato in startup hi-tech; il suo network comprende 300 neo-aziende, 180 investitori e una comunità di partner nel mondo accademico e in quello aziendale.

Tra le altre startup troviamo la californiana Next Input, che ha ricevuto un finanziamento da 500 mila dollari da Band of Angels, che guarda all’internet of things. Next Input sta pensando ad una soluzione simile a quella di Apple, con dei sensori posti tra il display lcd e la base del dispositivo.

Le startup sperano in collaborazioni o acquisizioni da parte di imprese più grandi, aziende del calibro di Sony, LG e Samsung, che molto probabilmente stanno già cercando soluzioni per proprio conto attraverso il lavoro dei propri collaboratori aziendali.

Secondo il Wall Street Journal pare che la possibilità di utilizzare la terza dimensione del display verrà introdotta anche negli iPhone del futuro. 

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