Arriva un sms che recita: “Salve XXX, il tuo pacco è stato trattenuto presso il nostro centro di spedizione. Si prega di seguire le istruzioni qui: http://11n.me/9YkLib”. Ed è una bufala, o meglio una truffa.
Messaggi di questo tipo possono trarre facilmente in inganno le persone che non hanno particolare dimestichezza con questo tipo di truffe e che fanno shopping online solo saltuariamente. E quindi non hanno particolare familiarità nemmeno con il mondo del web.
Chi infatti fa un acquisto online una volta ogni tanto, o anche qualcuno più avvezzo al mondo dell’ecommerce che magari viene pizzicato in un momento di stanchezza, potrebbe caderci con tutte le scarpe con un messaggio truffa che più truffa non si può. E cliccare su quel maledetto link.
Torna il phishing del pacco trattenuto, non aprite quel link!
Il messaggio in questione, a pensarci bene, potrebbe essere facilmente smascherabile. Difficilmente infatti lasciamo ai corrieri il nostro numero telefonico per effettuare un acquisto, e ancora più difficilmente un corriere manda un SMS per avvisare di una simile evenienza.
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Va detto infatti che i trasportatori a malapena chiamano per avvisare che si sta andando in consegna con un pacco, figuriamoci se si mettono a mandare un sms per avvisare che il pacco ha avuto dei problemi ed è fermo nel centro di smistamento.
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Il problema, come dicevamo, è che molte persone non sono particolarmente abituate a fare acquisti online ed è proprio a queste persone che è più facile fare phishing.
Il phishing è per definizione una truffa informatica effettuata inviando un’e-mail con il logo contraffatto di un istituto di credito o di una società di commercio elettronico, in cui si invita il destinatario a fornire dati riservati (numero di carta di credito, password di accesso al servizio di home banking, ecc.), motivando tale richiesta con ragioni di ordine tecnico.
In questo caso la truffa è più semplificata, viene perpetrata attraverso SMS ma la risultanza finale è la stessa: cliccando sul link, vengono poi richiesti (o rubati) dati sensibili come quelli relativi agli accessi dell’home banking e le persone si ritrovano senza soldi sul conto corrente.
Attenzione dunque ai vari SMS che arrivano sul cellulare (ormai peraltro quasi nessuno li invia più) ed ai link che richiedono poi dati personali.