Prevenire è meglio che curare. Un proverbio ad hoc che l’ONU ha intenzione di far comprendere a livello globale. La più estesa organizzazione internazionale, che racchiude 192 paesi membri, ha l’intenzione di portare avanti un progetto alquanto ambizioso: assicurarsi che praticamente ogni persona sulla Terra possa ricevere un alert prima di eventi meteorologici disastrosi. Terremoti ma non solo.
Un piano da sviluppare entro il prossimo lustro. Necessario, visti i repentini cambiamenti climatici che stanno imperversando sul nostro pianeti.
Tali nuovi sistemi includono la tecnologia per prevedere un evento catastrofico e la capacità di condividere tali previsioni con il pubblico, in modo che possano prendere precauzioni prima di tempeste, inondazioni, ondate di caldo e siccità.
Una persona su tre nel mondo non è ancora protetta dai sistemi di allerta precoce
Tutto nasce da un dato fra l’incredibile e l’agghiacciante, rivelato dallo stesso OMM, l’Organizzazione Metereologica Mondiale: una persona su tre nel mondo non è ancora protetta dai sistemi di allerta precoce. “Questo è inaccettabile, in particolare con gli impatti climatici che sicuramente peggioreranno ulteriormente“, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres in una dichiarazione video per la Giornata meteorologica mondiale, lo scorso 23 marzo.
Ogni decimo di grado di riscaldamento globale comporta rischi maggiori, più estremi tempeste, inondazioni, ondate di caldo, siccità e stagioni degli incendi. Il pianeta ha già iniziato a vedere alcuni cambiamenti devastanti. Secondo un rapporto del 2021 dell’OMM Il numero di disastri registrati legati al clima, alle condizioni meteorologiche o all’acqua è aumentato di un “fattore cinque” negli ultimi 50 anni. Un tale disastro è costato in media 115 vite e 202 milioni di dollari di danni ogni giorno.
Sempre secondo l’OMM, molti di coloro che non dispongono di sistemi di allerta precoce vivono in luoghi che sono anche tra i più vulnerabili alla crisi climatica. Ciò include piccoli stati insulari in via di sviluppo, dove l’innalzamento del livello del mare può anche rendere più pericolose le inondazioni e le mareggiate. La disparità nell’accesso agli allarmi precoci è maggiore anche in Africa, dove il 60% della popolazione non è coperto da nessun sistema.
L’OMM ha chiesto un investimento di 1,5 miliardi di dollari nei sistemi di allerta precoce nei prossimi cinque anni, soprattutto nei paesi in cui il bisogno è maggiore. Ogni 800 milioni di dollari spesi per tali sistemi aiuta a evitare fino a 16 miliardi di dollari di danni ogni anno nei paesi in via di sviluppo. Oltre a dare alle persone più tempo per prepararsi e trovare riparo, i meteorologi possono persino prevedere il percorso di una tempesta e individuare quali comunità potrebbero aver bisogno di maggiore aiuto.
I sistemi di allerta precoce in Bangladesh sono stati accreditati per aver contribuito a prevenire migliaia di morti durante i cicloni. Un ciclone nel 1991 ha ucciso 138.000 persone e ha stimolato gli sforzi per prepararne di più in vista delle tempeste. Le modifiche alle politiche hanno migliorato le previsioni meteorologiche e il modo in cui le informazioni venivano condivise con il pubblico. Il Bangladesh ha anche istituito consigli e comitati per la gestione dei disastri e costruito infrastrutture più protettive come rifugi per i cicloni.
Per raggiungere il suo obiettivo di copertura planetaria per i sistemi di allerta precoce, le Nazioni Unite hanno incaricato l’OMM di mettere insieme il piano. Ambizioso ma necessario.