La commissione di tecnici per il lancio ha dato il via ed ormai è tutto pronto per la missione inaugurale di IXV, Intermediate EXperimental Vehicle, la navicella che aspira a diventare lo shuttle europeo.
Il lancio è in programma per domani, 11 febbraio, alle ore 14.00 ora italiana dalla base europea di Kourou, nella Guyana Francese con un razzo Vega, altro progetto italiano e si staccherà dal razzo a 320 chilometri di altezza, dove verrà inserito sulla sua traiettoria suborbitale, raggiungendo la quota di 412 chilometri.
La navicella, che ha le dimensioni di un’automobile e pesa circa 2 tonnellate, arriverà a una velocità massima di 7,5 chilometri al secondo e poi inizierà la fase di rientro effettuando alcune manovre che permetteranno di ridurre la propria velocità, finché a 30 chilometri di quota aprirà il paracadute e la missione si concluderà con un ammaraggio nell’Oceano.
Questa è una missione che l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha realizzato per affrontare i problemi di rientro dall’orbita di un veicolo abitato o automatico. Il dimostratore sperimentale ha preso forma a Torino, nelle camere bianche di Thales Alenia Space-Finmeccanica e accudito da un centinaio di tecnici e ingegneri e con il contributo di Cira, Telespazio e Avio.
La società franco-italiana guida infatti l’impresa che vede coinvolte una quarantina di società europee tra cui Belgio, Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Svizzera, Germania. La navicella automatica è lunga cinque metri e larga poco più di due, la sua architettura è frutto di una sintesi tra un navetta, tipo shuttle, e una capsula tipo le Soyuz russe, prendendo il meglio delle facoltà di entrambe. Giogio Tumino, programme manager in Esa dell’astronave europea afferma che “è un compromesso ideale tra la semplicità di concezione tipica delle capsule e la manovrabilità garantita da uno shuttle”.
La missione di domani ha come obiettivo quello di raccogliere alcune informazioni che potrebbero essere fondamentali per progettare e creare un nuovo veicolo spaziale europeo in grado di rientrare a Terra dalla Stazione Spaziale Internazionale, la stazione spaziale dedicata alla ricerca scientifica che si trova in orbita terrestre bassa, gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali: la NASA, la russa RKA, l’europea ESA (con tutte le agenzie spaziali correlate), la giapponese JAXA, e la canadese CSA.
Il test spaziale dovrebbe durare circa 100 minuti e si concluderà con lo splash-down nell`Oceano Pacifico: il Descent System di IXV prevede infatti 3 paracadute, supersonico, subsonico e principale, che hanno la funzione di decelerare e stabilizzare il veicolo attraverso i regimi di flusso supersonico, transonico e subsonico garantendone il corretto assetto e una velocità pari a 6 m al secondo al momento dello splash down. La capsula verrà quindi recuperata da una nave che si trova già in posizione.
Per il momento l’IXV è concepito perché rientri in mare per ragioni di semplicità, essendo oggi prioritario un lavoro sperimentale diverso. Tumino spiega che: “con questo veicolo vogliamo studiare tutti gli aspetti del rientro che riguardano la sua guida e controllo nei momenti in cui le molecole atmosferiche si dissociano e il veicolo deve sopportare temperature di 1.600 gradi centigradi causate dall’attrito. Si tratta di conoscenze che l’Europa ancora non possiede e deve acquisire».
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