L’Internet delle cose è il mercato degli oggetti connessi tra loro attraverso il web, a partire dagli smartphone, smartwatch, automobili, fino alle lavatrici e ai termostati. In Italia questo mercato vale 1,55 miliardi di euro.
I dati dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano rilevano che nel 2014 c’erano 8 milioni di oggetti connessi tramite Sim, per un valore di 1,15 miliardi, a cui si sommano i 400 milioni di euro proveniente dal mercato delle applicazioni che utilizzano diverse tecnologie di comunicazione, come Wireless M-Bus, WiFi, Reti Mesh Low Power, Bluetooth Low Energy .
Nel 2015 ci si aspetta una crescita rilevante nel settore delle Smart City; infatti negli ultimi 3 anni, circa il 50% dei comuni italiani con più di 40 mila abitanti ha iniziato almeno un progetto fondato sulle tecnologie di Internet of Things.
Nello stesso periodo i finanziamenti erogati da investitori istituzionali sono aumentati del 270%. Nello studio effettuato dal Politecnico di Milano si parla di futuri notevoli benefici, come ad esempio, l’adozione di soluzioni per l’illuminazione intelligente, per la gestione della mobilità e per la raccolta rifiuti.
Questi progetti potrebbero far risparmiare 4,2 miliardi di euro all’anno, migliorando nel contempo la vivibilità delle città e diminuendo l’emissione di CO2 di ben 7,2 milioni di tonnellate. Inoltre verrebbero evitate, per ogni cittadino, quasi 5 giorni all’anno di sfiancanti soste in coda sulla propria auto nel traffico cittadino e di penose ricerche di un parcheggio libero.
Nell’ambito delle Smart Home, lo studio dell’Osservatorio, svolto in collaborazione con Doxa, rileva che un proprietario su quattro dispone già di più di un oggetto intelligente per la sua casa, mentre il 46% intende acquistarne in futuro.
Le applicazioni più ambite sono quelle per la sicurezza, che interessano al 47% dei proprietari, o per il risparmio energetico, mentre il 46% è interessato a soluzioni per la gestione del riscaldamento ed il 33% vuole acquistare dispositivi per monitorare i consumi energetici ed infine il 31% desidera dispositivi digitali per la gestione da remoto degli elettrodomestici.
Per quanto riguarda il settore delle Smart Car, le auto intelligenti sono destinate ad aumentare di numero i 4,5 milioni di veicoli attualmente presenti sulle nostre strade, che sono connessi tramite box Gps/Gprs per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida a scopo assicurativo.
L’Osservatorio Internet of Things di Milano spiega che “la casa intelligente si propone sempre più come il centro del nuovo ecosistema IoT, grazie al ruolo della casa nella vita delle persone, al valore di nuovi prodotti e servizi, al fatto di essere interfaccia verso altre applicazioni”.
Secondo l’Osservatorio “il 2014 è stato l’anno di svolta per l’IoT, diventato elemento centrale per il business con la prospettiva di rappresentare un fenomeno ancora più dirompente nei prossimi anni. Proliferano le divisioni aziendali dedicate, crescono del 90% annuo i finanziamenti ricevuti dalle startup del settore, entrano in campo grandi player globali. E in Italia il mercato raggiunge complessivamente il valore d i 1,55 miliardi di euro, trainato sia dagli ambiti tradizionali che utilizzano la connessione tramite rete cellulare sia da applicazioni che sfruttano altre tecnologie di comunicazione”.
Lo studio ha mostrato un deterrente nella scarsa integrabilità dei dispositivi; infatti l’87% degli oggetti rilevati è verticale, cioè non integrabile con altri dispositivi simili o con prodotti di altri fornitori.
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