Rappresentare su schermo un personaggio iconico come Indiana Jones è complesso, ma Machine Games è riuscita a cogliere l’essenza dei film e trasportarla nel miglior modo possibile in un videogame.
Chiunque sia cresciuto tra gli anni ’70 e ’90 ha sicuramente passato serate e serate in compagnia di Indiana Jones. La trilogia originale del film ideato e prodotto da George Lucas è diventata subito un cult, al pari di quello Star Wars che fece emergere Harrison Ford e gli permise di diventare un’icona di Hollywood in grado di reggere il peso di un’intera saga da solo.
Negli anni più recenti, Lucas prima e Disney poi hanno provato a riportare in vita il brand, ma i due film prodotti non sono stati nemmeno minimamente all’altezza di quelli degli anni ’70 e ’80. Nella quarta pellicola è fallito il tentativo di un passaggio di testimone da Harrison Ford a Shia LeBeouf (amatissimo protagonista della trilogia iniziale dei Transformers), nell’ultima invece il goffo tentativo di dare vita digitalmente ad un giovane Harrison Ford ha fatto storcere il naso più del vedere il vecchio Indiana pestare nemici come un fabbro.
Insomma in una saga in cui il personaggio è centrale, il tempo che scorre rende inesorabilmente vano il tentativo di riesumarla dal passato. O almeno così si pensava finché Machine Games non ha fatto uscire il suo ultimo gioco, Indiana Jones e l’Antico Cerchio, primo videogame sull’archeologo avventuriero di stampo avventuroso-cinematografico.
Sì perché i pregi i maggiori di questo videogame stanno nella scrittura della storia, molto aderente allo stile e ai canoni della saga, e nella ricostruzione di un mondo e di personaggi che sembrano usciti dalla penna del suo creatore. Chiunque ami i film si troverà a casa, riuscirà a rivivere emozioni e sensazioni familiari e piacevoli, avrà il quarto capitolo che il cinema non è mai riuscito a regalare.
Indiana Jones e l’Antico Cerchio: un gioco con ritmi cadenzati
Detto della trama e del world building, un altro pregio di Indiana Jones e l’Antico cerchio è l’aspetto tecnico. La sussidiaria di Microsoft ha fatto un lavoro egregio sia sulla modellazione poligonale (del volto di Indiana ma anche dell’ambiente) che sull’illuminazione e la direzione artistica. Spesso e volentieri vi troverete abbacinati dal vedere ciò che offre lo scenario e non di rado vi perderete ad ammirare l’ambiente circostante. Il gioco è inoltre stabile (non vi sono stuttering e cali di frame) e ben ottimizzato per ogni piattaforma.
D’altronde l’esplorazione e la risoluzione degli enigmi sono anche il pezzo forte del gameplay di Indiana Jones e l’Antico Cerchio, un gioco che a differenza di Tomb Raider e Uncharted non vuole buttarvi al centro di azione frenetica e combattimenti serrati, ma vuole farvi entrare nel personaggio, amare la ricerca di oggetti rari e desiderare di scoprire il mistero che circonda l’antico cerchio.
Proprio il combattimento rappresenta l’unico vero difetto del gioco. In teoria avreste a disposizione varie possibilità per approcciarvi alle varie zone, ma in realtà la scarsità di proiettili, la lentezza del gunplay e il numero esondante di nemici vi porterà inevitabilmente a cercare di evitare lo scontro, puntando più sui vostri pugni che sulle vostre armi.
Il gioco invita allo stealth insomma ma non brilla particolarmente per IA nemica, troppo facilmente aggirabile, con routine comportamentali troppo basilari e poco reattiva, e non sempre offre un level design capace di farvi divertire a sperimentare percorsi diversi. Decisamente rivedibili anche le boss fight, poco impegnative e ispirate.
Se siete amanti di Indiana Jones o dei giochi di esplorazione in cui è possibile far lavorare il cervello con dei puzzle ambientali, questo titolo lo adorerete, passando sopra alle incertezze del gameplay. Se cercate invece un gioco adrenalinico, con sparatorie intense e soddisfacenti o un combat system articolato potreste dover guardare altrove.