Quando si riceve un assegno mensile dall’Inps è importante non commettere errori che possano comportarne la sospensione: ecco quali evitare.
Tutti nella vita quotidiana, chi più che meno, commettiamo errori ma se alcuni di essi risultano essere facilmente risolvibili, altri potrebbero avere spiacevoli conseguenze. Come, ad esempio, comportare l’erogazione di denaro che fino a quel momento ricevevamo. Perché diciamo questo?
Il motivo è legato all’argomento affrontato in questo articolo, ovvero alle casistiche che possono avere come spiacevole epilogo la sospensione del versamento della pensione da parte dell’Inps. Ebbene si perché iniziare a percepire l’assegno mensile non significa che si possa da quel momento in poi trasgredire le regole previste dalla legge e se ciò accade la prestazione non verrà più erogata. Scopriamo dunque quali sono le casistiche da tenere fortemente in considerazione.
Pensione Inps ed errori del contribuente: quando viene sospesa
Gli errori commessi dal contribuente sono determinanti nel portare l’Istituto a prendere la decisione di non versare più la pensione, sospendendola o revocandola. Del resto questo tipo di operazione è previsto dalla normativa vigente e non è, dunque, un atto illecito dell’Inps che agisce nel pieno rispetto della legge. Solitamente questa ‘azione’ scatta proprio in seguito ad uno sbaglio commesso, molto spesso senza rendercene conto o per una limitata conoscenza delle regole, da noi stessi. Non prestare attenzione ci metterà di fronte ad una serie di problemi, uno dei quali riguarderà proprio la nostra pensione.
Quando, dunque, l’Inps può tagliare la prestazione oppure arrivare a sospenderla e, infine, revocarla completamente? Il caso più diffuso è sicuramente legato alla decisione del pensionato di riprendere a lavorare dopo aver iniziato a ricevere la pensione. Alcune prestazioni non gli consentono di tornare a farlo sulla base di quanto previsto dal divieto di cumulo dei rediti. Si tratta di una sorta di paletto attivo dal 2019 con Quota 100 e successivamente con le ‘sorelle’ Quota 102 del 2022 e Quota 103 dell’anno successivo. Lo stesso vale anche per Ape sociale. Chi percepisce una pensione che prevede il divieto di lavoro deve essere consapevole del fatto che l’intero anno di erogazioni mensili potrà essere richiesto indietro dall’Inps.
Questo vale anche qualora le cifre ricevute siano molto basse. Mentre nel caso di lavoro autonomo occasionale saranno ammessi redditi fino a 5000 euro. In generale occorre inoltre stare attenti ai trattamenti collegati alle situazioni reddituali del pensionato e che annualmente vanno confermati con apposite comunicazioni da inviare all’Inps. Non inviare tali documenti esporrà al rischio di perdere la prestazione.