Instagram For Kids preoccupa associazioni ed esperti per il benessere dei giovanissimi. Pronta una lettera indirizzata a Zuckenberg e una petizione per fermare l’iniziativa commerciale.
Instagram For Kids fa discutere ancora prima di essere venuto alla luce. Una rappresentanza di parlamentari democratici statunitensi ha già recapitato a Mark Zuckerberg una dettagliata interrogazione sulla app che Facebook vuole dedicare ai piccolissimi, di fatto aggirando il divieto di iscrizione a Instagram per i minori 13 anni.
In Italia l’età legale per iscriversi è estesa fino ai 14 anni. Ma ovviamente è difficile, per non dire impossibile, impedire ai bambini dotati di cellulare di creare un account falsificando l’età. I social network non hanno grandi problemi a scaricare la responsabilità sulle famiglie quando questo accade. Ora una no-profit di Boston, la Campaign for a Commercial Free Childhood (Campagna per un’infanzia al riparo da marketing e pubblicità) ha inviato al Ceo di Facebook una lettera per invitarlo a ripensarci e a non creare Instagram for Kids.
La lettera è firmata da 35 organizzazioni e 64 esperti di settori come media, giurisprudenza e infanzia. Nonostante si tratti di un esercizio probabilmente retorico che verrà ignorato da Facebook per pure questioni di bilancio, il testo e la petizione allegata sollevano parecchi punti rilevanti che riguardano il rapporto tra giovanissimi e social media.
Instagram for kids pericoloso: “I più piccoli vanno difesi da branding e social”
“I giovanissimi non sono ancora pronti a gestire i propri account social – recita la lettera rivolta a Zuckenberg -. Instagram incoraggia l’utente a controllare costantemente il cellulare e promuove un’eccessiva condivisione di informazioni personali“. E ancora: “Instagram concentra l’attenzione sulla condivisione delle foto e sulla idealizzazione dell’immagine delle persone. Ciò rende la piattaforma particolarmente inadeguata a bambini nel pieno stadio evolutivo della propria auto consapevolezza e della percezione di se stessi“.
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La campagna insiste sul concetto di peer pressure, cioè la pressione dei propri amici a cui è pressoché impossibile e in un certo senso anche ingiusto resistere quando si è piccoli. “Instagram sfrutta la paura dei giovani di restare esclusi e il loro desiderio di approvazione da parte dei loro pari. Il costante interesse di questo social verso l’aspetto, l’auto promozione e il branding delle persone pone dei problemi per il benessere degli adolescenti”.
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L’idea di un Instagram under 13 è stata svelata da Buzzfeed il mese scorso. La portavoce di Facebook, Staphanie Otway, ha confessato che la notizia è apparsa troppo presto sui media. “Qualsiasi prodotto svilupperemo avrà come priorità il benessere dei giovanissimi. Ci consulteremo con esperti di infanzia e salute mentale, oltre che di privacy“. La Otway ha proseguito confutando le obiezioni dei critici: “La verità è che i ragazzi sono online e vogliono connettersi con familiari e amici, divertirsi, imparare. Noi vogliamo aiutarli a farlo nel modo più sicuro ed adatto alla loro età possibile”. Ora bisogna vedere se i genitori si sentiranno più tranquilli sapendo che il benessere dei loro figli dipende da un colosso commerciale come Facebook.